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Covid, numeri in crescita. Speranza: preoccupati, giovedì faremo tutte le valutazioni

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Sembra una corsa contro il tempo.

Da un lato l’epidemia di Covid-19 che avanza con una impennata dei contagi preoccupante dall’altra il governo e le Regioni che cercano di arginare.

Se da un lato sono proprio i presidenti di regione e i sindaci che con varie ordinanze di chiusure e limitazioni degli eventi natalizi, c’è attesa per quanto possa decidere palazzo Chigi. “Rispetto ai numeri del contagio da Covid 19 in salita in molti Paesi europei, noi in Italia abbiamo un piccolo vantaggio: in questo momento la variante Omicron non è ancora significativamente diffusa”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Che tempo che fa su Rai3. “Domani (oggi per chi legge, ndr) faremo una ulteriore verifica, vedremo nei primi giorni della settimana come evolve la curva – ha aggiunto – e poi abbiamo questo appuntamento giovedì con gli scienziati per valutare la situazione. Bisogna mantenere altissimo il livello di attenzione. Lo devono fare le istituzioni, chiediamo uno sforzo in più ai nostri cittadini nelle misure comportamentali fondamentali: la mascherina, il distanziamento, evitare assembramenti. Abbiamo bisogno del contributo di tutti”. Comunque, ha sottolineato il ministro, “nessuna decisione è già stata assunta, nonostante quello che si legge…solo giovedì sulla base dei dati faremo le nostre valutazioni”.

“C’è un elemento di preoccupazione da parte del Governo, sarebbe poco serio – ha aggiunto – non essere preoccupati in una situazione del genere. Penso naturalmente che siamo comunque a una fase diversa dall’anno scorso: a Natale eravamo in zona rossa in tutti i giorni festivi e prefestivi, abbiamo fatto scelte molto dure, il numero dei decessi era largamente più alto, avevamo il triplo delle presenze in terapia intensiva. Oggi tutte le attività economiche sono aperte, le persone sono libere di svolgere le loro attività perché abbiamo fatto una grande campagna di vaccinazione”. “Ora dobbiamo insistere con terze dosi e mascherine, due leve essenziali, dopo di che valuteremo con gli scienziati se sarà utile e necessario fare altro”, ha aggiunto il ministro.

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