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GREEN PASS FALSI: ARRESTATI 3 CAUDINI

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Ci sono anche tre persone di Montesarchio – un 33enne, un 28enne ed un 46enne – tra le sessantanove che figurano nel decreto di sequestro preventivo firmato d’urgenza dalla Procura di Napoli nell’indagine della polizia postale partenopea sui green pass falsi.

In particolare, i tre caudini, difesi dagli avvocati Valeria Verrusio e Pierluigi Pugliese, compaiono tra i 16 indagati che rispondono delle ipotesi di associazione per delinquere, falso, truffa e accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico. Gli altri cinquantatre, nella stragrande maggioranza delle province di Napoli, Caserta (e, in un caso, di Avellino), sarebbero invece coloro che avrebbero beneficiato del ‘green pass’: per loro gli addebiti di falso e accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico

Secondo gli inquirenti, i green pass sarebbero stati realizzati forzando i presidi di sicurezza informatica dei sistemi sanitari di Campania, Lazio, Puglia, Lombardia, Calabria e Veneto e introducendosi illegalmente al loro interno. La violazione non sarebbe avvenuta in via diretta (trattandosi di sistemi critici ordinariamente protetti e presidiati), ma sfruttando i canali di accesso messi a disposizione delle farmacie per inserire i codici dei tamponi e dei vaccini effettuati e così generare i Green pass. I codici di accesso al sistema sarebbe stati rubati mediante tecniche di pishing e l’invio di e-mail del tutto simili a quelle inviate dalle istituzioni, che rimandavano a un sito web clone di quello istituzionale.

In alcuni casi è stato utilizzato un sistema di chiamate VoIp, che è in grado di nascondere il numero chiamante sostituendolo con un altro che, in questo caso, era quello delle istituzioni sanitarie regionali. Il sedicente impiegato del supporto tecnico della Regione, quindi, convinceva il farmacista a installare nel suo sistema un software per il controllo remoto che, sarebbe dovuto servire all’assistenza in caso di necessità. In realtà, in questo modo venivano rubate le credenziali d’accesso ai database dei Green pass.

La truffa dei falsi Green pass è stata articolata in maniera molto elaborata, il che lascia supporre che dietro ci fosse una vera e propria organizzazione con mezzi e conoscenze adeguate, tanto che è stato scoperto che con questa tecnica sono stati prodotti anche Green pass rafforzati. Al momento, le indagini hanno individuato utilizzatori dei certificati falsificati nelle province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Bolzano, Como, Grosseto, Messina, Milano, Monza-Brianza, Reggio Calabria, Roma e Trento. I 120 finora individuati si stima siano una sottostima di un numero molto maggiore.

Fonte: Ottopagine

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