I periodi di crisi come quello in corso richiedono spesso soluzioni differenti rispetto a quelle classiche che si è abituati ad utilizzare. Nello specifico in ambito finanziario una situazione economica deteriorata richiede soluzioni più agili in particolare ad esempio per lo smaltimento dei crediti in sofferenza delle banche e per la ricerca di canali alternativi di finanziamento per le imprese.
Tuttavia di per sé il settore delle criptovalute non è in grado di dare risposte dirette a questi problemi, perché ancora troppo deregolamentato. Le imprese, ma soprattutto le banche, hanno bisogno di strumenti che rispettino le più stringenti norme in materia, pertanto non possono utilizzare i consueti mercati crypto.
D’altro canto però la blockchain, ovvero la tecnologia che sta sotto le criptovalute, è in grado di consentire la realizzazione di nuovi strumenti che non erano mai stati possibili fino ad oggi, ma solo se utilizzata nell’ambito di progetti e piattaforme che non corrano il rischio di non rientrare nel complicato perimetro delle leggi in vigore nel settore finanziario.
Quindi se da un lato ormai esistono centinaia di piattaforme basate su blockchain che consentono di accedere a canali alternativi di finanziamento, dall’altro queste possono essere utilizzate di fatto principalmente, o solamente, da privati cittadini. Pertanto, per quanto lo sfruttamento di questa nuova tecnologia potrebbe risultare particolarmente utile per trovare soluzioni nuove a questo genere di problemi, non sono ancora molti i progetti concreti già operativi in tal senso, o che stanno lavorando al loro sviluppo.
Probabilmente tra il 2020 ed il 2021 si è spalancato un portone che nei prossimi anni consentirà alla blockchain di entrare dalla porta principale sui mercati finanziari, e giocare un ruolo di primaria importanza.