Sopra potete vedere una tavola periodica( ossia un elenco chimico-fisico) di elementi particolari che fanno letteralmente gola .
Aiuti militari americani in cambio dello sfruttamento delle terre rare ucraine. È questo il succo della trattativa da 500 milioni di dollari che si sta tenendo tra Stati Uniti e Ucraina.
Donald Trump: «Ho parlato con Putin e Zelensky e sto cercando di riprendere i nostri soldi indietro. L’Europa ha dato 100 miliardi all’Ucraina sotto forma di prestito. Noi abbiamo messo 300 miliardi. Chiediamo quindi le terre rare e il petrolio e qualsiasi altra cosa», Kiev possiede grandi giacimenti sotterranei per un valore di 11,5 trilioni di dollari non solo di terre rare come lo scandio, ma anche di altri minerali essenziali, come litio, grafite, cobalto e titanio.
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi della tavola periodica che comprende: scandio, ittrio e i 15 lantanoidi ovvero, nell’ordine della tavola periodica, lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio e lutezio. Questi 17 elementi producono un mercato globale che vale già quasi 11 miliardi e che entro il 2031 raggiungerà i 21,7 miliardi di dollari con un ritmo di crescita del 7,4% l’anno. Le terre rare rappresentano solo una parte delle cosiddette materie prime critiche. Secondo l’Unione europea quelle necessarie per la transizione verde e digitale sono 34.
Queste materie prime sono indispensabili all’industria tecnologica e a quella della difesa. Vengono usati per creare super-magneti permanenti, fibre ottiche ma anche per le turbine eoliche e i pannelli solari. Sono importanti per tutti i dispositivi digitali di ultima generazione, ma anche per l’aerospazio, la difesa e il settore medico.
Secondo gli ultimi dati del United States Geological Survey in tutto il mondo ci sono poco più di 90 milioni di tonnellate di riserve, di cui 44 milioni in Cina, che è di gran lunga il più grande produttore al mondo. Al secondo posto c’è il Brasile con 21 milioni di tonnellate. In India ce ne sono circa 7 milioni, in Australia 5,7 milioni. La Russia ne ha altre 3,8 milioni di tonnellate. Mentre le riserve degli Stati Uniti ammontano a 1,9 milioni di tonnellate.
In Ucraina si stima che le riserve di terre rare del giacimento di Azov superino quelle dei più importanti giacimenti del Nord America. Kiev oltre ad avere i giacimenti di terre rare ha depositi di gran parte delle cosiddette materie prime critiche, che comprendono anche litio, titanio e altri minerali. In particolare secondo il ministero ucraino della protezione ambientale e delle risorse naturali, nel paese si trovano depositi di 22 dei 50 materiali identificati come critici dagli Stati Uniti e 20 delle 34 materie prime identificate come critiche dall’Unione europea, come aveva fatto sapere la stessa Commissione. L’Ucraina è tra i primi dieci paesi al mondo per riserve accertate di titanio(componente fondamentale anche per la costruzione di missili) e conta il 7% della produzione mondiale e il quinto produttore di gallio. Il deposito di Zavalievsky è uno dei più importanti giacimenti di grafite conosciuti e non ancora sfruttati in Europa.
Classificati come terre rare, invece ci sono il lantanio e il cerio, utilizzati nei televisori e nel settore dell’illuminazione; il neodimio, impiegato nelle turbine eoliche e nelle batterie dei veicoli elettrici; erbio e ittrio che sono utili alla produzione di energia nucleare e dei laser. Secondo un studio pubblicato nel 2023 dall’Istituto geologico nazionale ucraino l’Ucraina ha circa 2,6 miliardi di tonnellate di riserve di terre rare.
Si stima infatti che tra il 2019 e il 2022 gli Usa abbiano importato più del 95% delle terre rare consumate.
Ecco quindi il valore delle risorse ucraine, Paese che conta oltre 20 mila miniere (in maggior parte carbone e ferro) ma anche un’importantissima riserva di terre rare che complessivamente, secondo uno studio dell’Istituto geologico nazionale, si aggirerebbero intorno ai 2,6 miliardi di tonnellate.
Il nodo però è anche quello del posizionamento dei russi sul territorio perché molti dei giacimenti si trovano nell’area del Donbass. La stima è che almeno 12.400 miliardi di dollari di valore complessivo di giacimenti energetici, metalli e minerali dell’Ucraina siano ora sotto il controllo russo. Oltre al 63% dei giacimenti di carbone del Paese, la Russia infatti controlla l’11% dei giacimenti di petrolio, il 20% dei giacimenti di gas naturale, il 42% dei giacimenti di metalli e il 33% dei giacimenti di terre rare e altri minerali essenziali, tra cui il litio.
E’ una partita globale e spesso sanguinosa, coma da decenni accade in alcuni Paesi africani, e ancora tutta da giocare sui nuovi fronti che si aprono con il cambiamento climatico come in Groenlandia, ultima frontiera degli appetiti statunitensi. Anche perché intanto, più in generale, Pechino produce il 60% di tutti gli elementi (non solo strettamente terre rare) usate come componenti dei dispositivi ad alta tecnologia, tra cui smartphone e computer. Il Paese detiene inoltre una quota del 13% del mercato della produzione di litio e raffina circa il 35% del nichel mondiale, il 58% del litio e il 70% del cobalto.
“Blood diamonds” è un film con Leonardo Di Caprio che tratta la violenza e le morti che stanno dietro l’estrazione e la commercializzazione dei diamanti in Africa. E’ un film di quasi 20 anni fa, ma ancora attuale, se consideriamo l’etica che sta dietro un prodotto. L’umanità è peggio di una termite, rode la Terra fin dentro le sue viscere, la inquina con i processi di estrazione. E per cosa? Per un I phone, per un missile, per un nuovo chip di una console videogioco, per un aspirapolvere di ultima generazione.
La fame dell’umanità non si limita quindi ai soli prodotti organici, ma soprattutto ai minerali che garantiscono il primato tecnologico di una nazione su un’altra, che sia per motivi economici, medici o altro. Certi giacimenti sono visibili persino dallo spazio, data la loro estensione.
L’Ucraina, si è capito, è solo un “target” per approvvigionamenti minerari.
Domandatevi perché recentemente tante sonde sono state inviate ad analizzare la Luna. Il motivo è semplice: minerali. Quando non basterà prelevare dalla Madre Terra, l’ingordigia umana volgerà i propri artigli sul satellite per sfruttarne le risorse.
(Fonti: Corriere della Sera, ANSA)