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Legambiente, Lipu e WWF Italia contro il ponte sullo stretto ( costosissimo) di Messina

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Legambiente, Lipu e Wwf Italia hanno notificato il ricorso al Tar Lazio “contro il parere favorevole con prescrizioni” sulla Valutazione d’Impatto Ambientale riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina, “nonostante il parere negativo” della Valutazione di Incidenza.
    Lo rendono noto le tre associazioni, con il ricorso: “si evidenzia l’illogicità” del parere rilasciato dalla dalla Commissione VIA che presenta “importanti carenze di analisi”.

Secondo le associazioni ambientaliste, “la valutazione d’incidenza negativa pregiudica il parere positivo rilasciato, mentre le analisi e gli approfondimenti richiesti – in particolare su mitigazioni e compensazione – si sarebbero dovuti presentare già con il progetto definitivo essendo irragionevole chiederli per il progetto esecutivo dopo l’affidamento per la realizzazione dell’opera”.
    Il Ponte sullo Stretto di Messina “rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non mitigabile né compensabile”, affermano le tre associazioni facendo presente che lo “ammette” la stessa Commissione Via che, relativamente alla Valutazione d’Incidenza , evidenzia: “Le medesime analisi del proponente conducono a ritenere che per alcuni siti della Rete Natura 2000 non è possibile concludere che il progetto non determinerà incidenze significative, ovvero permane un margine di incertezza che, per il principio di precauzione, non permette di escludere effetti negativi su detti siti”.

Non solo. Si parla anche dei costi per la costruzione, che lievitano sempre di più.

 Adesso siamo arrivati a quota 2 miliardi di euro da aggiungere. Sono i soldi in più necessari alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Il regalo della manovra economica in votazione in Parlamento per realizzare la grande opera voluta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che non ha voluto far indire una nuova gara ma rimettere in piedi la vecchia procedura del 2010 con il consorzio Eurolink capitanato da Webuild che aveva vinto l’appalto allora bandito dal governo Berlusconi.

Allora il costo stimato era di circa 6-8 miliardi di euro, adesso siamo arrivati quasi al doppio considerando le opere connesse: solo negli ultimi dodici mesi, con la manovra in votazione, il costo è salito di altri 2 miliardi di euro. Il totale complessivo al momento delle somme impegnate nel bilancio dello Stato e nei fondi per lo sviluppo economico destinati al Mezzogiorno è di 13,6 miliardi di euro.

Non sono di certo bruscoli.

Ma in una Sicilia gravata dalla mancanza di una valida rete stradale interna, il ponte è davvero necessario?

(Fonti: ANSA, La Repubblica)

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