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Da New York: Meloni Vs. referendum sulla cittadinanza

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Lo stop “categorico” arriva dalla sede delle Nazioni Unite, a New York. Mentre in Italia rimbalza la notizia della volata a oltre 500mila firme per il referendum sulla cittadinanza -l’ obiettivo è diminuire a 5 anni la residenza legale continuativa, ovvero il termine dopo il quale gli stranieri possono diventare ‘nuovi italiani’- la presidente del Consiglio Giorgia Meloni stronca ogni entusiasmo dei promotori.

Ma anche le aspirazioni di Forza Italia, che domani riunirà i gruppi parlamentari per mettere a punto la proposta di legge ‘azzurra’. Una legge che mira a un ‘restyling’ di cui, per la premier, non c’è alcun bisogno. “Penso che l’Italia abbia un’ottima legge sulla cittadinanza – dice fermamente la Sig.ra Meloni in un punto stampa al Palazzo di Vetro – e questo è dimostrato dal fatto che siamo tra le nazioni europee che concedono il maggior numero di cittadinanze, dunque non ne ravvedo la necessità”.

Eppure nella sua maggioranza, come è ormai noto, non tutti sono della stessa opinione. Sempre dalla Grande Mela, appena due ore prima, era stato il vicepremier e ministro agli Affari esteri Antonio Tajani(sopra, in foto), segretario forzista, a parlarne, dichiarando che sì, Forza Italia lavora a una pdl da presentare “prima agli alleati e poi in Parlamento”. Salvo poi mettere in chiaro che il suo partito non cadrà in tranelli, o meglio in ‘giochini parlamentari’.

Quindi “sì” alla proposta di legge, a cui domani lavoreranno i gruppi di Camera e Senato, “ma non ci prestiamo a operazioni politiche sfruttando il tema della cittadinanza – chiarisce il vicepremier -, non votiamo emendamenti a sorpresa o risoluzioni presentate qua e là per cercare di dividere la maggioranza. E’ una questione seria quella della cittadinanza e non può essere oggetto di giochini parlamentari”.

Tajani chiude così all’opposizione, ma Meloni serra ogni spiraglio su una legge che possa nascere su spinta della maggioranza: “Non conosco la proposta di legge di Forza Italia…”, taglia corto con i cronisti. “D’altronde – rimarcano fonti di Fdi – di un provvedimento di questo tipo non c’è traccia nel nostro programma“.

Se la legge sulla cittadinanza dovrà cambiare, il cambiamento verrà dal basso. Spinta dall’onda di firme enfatizzata sui social da influencer, atleti, attori, registi, con il risultato di aver raggiunto la quota di 500mila firme online in appena 72 ore. “Se c’è un referendum – riconosce la stessa Meloni – quella è democrazia e decidono gli italiani, io ho sempre grande rispetto di quel che decidono gli italiani”.

Come ho già esposto nel precedente articolo riguardante il referendum sulla cittadinanza, un conto è il raggiungimento delle firme necessarie, un conto è il referendum in sé, in quanto gli italiani sono dediti all’astensionismo, ma soprattutto perché il sentore popolare, alla luce dei recenti fatti di cronaca violenta, non è propenso a concedere facilitazioni per il conseguimento della cittadinanza agli stranieri.

Anzi, c’é chi propone addirittura la modifica parziale dell’art. 3 Cost.(eguaglianza diritti) e ad un inasprimento dei requisiti necessari per la cittadinanza.

Dopo il caso della Sig.ra Cinzia Dal Pino, sui social circola l’hashtag “più Suv”…

(Fonte: ADNKronos)

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