Home SANITA' L’AIDS esiste ancora, e miete vittime

L’AIDS esiste ancora, e miete vittime

40
0

“Nonostante i progressi avuti per ridurre i casi di Hiv e le morti legate all’Aids fra i bambini”, per liberarli dalla malattia entro il 2030 “è urgente ampliare i servizi per l’Hiv nei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia”. L’appello arriva con il rapporto ‘Transforming Vision Into Reality’ di Unicef e Alleanza globale per porre fine all’Aids nei bambini entro il 2023 (lanciata nel 2022 dall’agenzia Onu per l’infanzia e dall’Organizzazione mondiale della sanità). Report dal quale emerge che nel 2023, a livello globale, circa 120mila under 14 sono stati contagiati dal virus dell’Aids e 76mila sono morti, di cui 49mila nei 12 Paesi dell’Alleanza globale.

I programmi per interrompere la trasmissione verticale (madre-figlio) dell’Hiv – indica il rapporto – dal 2000 hanno evitato 4 milioni di casi di Hiv nella fascia 0-14 anni. A livello globale, i nuovi Hiv-positivi under 14 sono diminuiti del 38% dal 2015 e le morti legate all’Aids sono scese del 43%. Fra i Paesi dell’Alleanza globale, molti hanno raggiunto una forte copertura della terapia antiretrovirale a vita nelle donne in gravidanza e allattamento che vivono con l’Hiv: l’Uganda quasi il 100%, la Repubblica Unita della Tanzania il 98%, il Sud Africa il 97%; il Mozambico ha raggiunto come lo Zambia una copertura del 90%, l’Angola e il Kenya l’89%, lo Zimbabwe l’88% e la Costa d’Avorio l’84%.

“I Paesi dell’Alleanza Globale – osserva l’Unicef in una nota – stanno innovando per superare le barriere e accelerare i progressi verso la fine dell’Aids nei bambini. Tuttavia, nonostante i progressi, né il mondo né i Paesi dell’Alleanza globale sono attualmente sulla buona strada per raggiungere gli impegni relativi all’Hiv per i bambini e gli adolescenti, e il ritmo dei progressi nella prevenzione dei nuovi casi di Hiv e dei decessi legati all’Aids tra i bambini è rallentato negli ultimi anni”. Inoltre, “i tassi di trasmissione verticale rimangono estremamente elevati in alcune località, in particolare nell’Africa occidentale e centrale, superiori al 20% in Paesi come la Nigeria e la Repubblica Democratica del Congo”. Ed “è preoccupante che il divario di trattamento tra adulti e bambini continui ad aumentare”.

57% riceve cure contro il 77% degli adulti

“Solo il 57% dei bambini che vivono con l’Hiv riceve un trattamento salvavita, rispetto al 77% degli adulti – afferma Anurita Bains, direttrice associata Hiv/Aids dell’Unicef – Senza test e cure precoci ed efficaci, l’Hiv rimane una minaccia persistente per la salute e il benessere di bambini e adolescenti e li espone al rischio di morte. Per colmare il divario terapeutico, dobbiamo sostenere i governi a diffondere approcci di test innovativi e garantire che i bambini e gli adolescenti colpiti da Hiv ricevano il trattamento e il sostegno di cui hanno bisogno”.

Il rapporto evidenzia poi una ‘questione femminile’. Nel 2023 ci sono stati 210mila nuovi casi di Hiv a livello globale fra le ragazze e le donne dai 15 ai 24 anni (130mila nei paesi dell’Alleanza globale), 4 volte superiori all’obiettivo del 2025, fissato a 50mila. “Prevenire i nuovi contagi in questa fascia d’età è fondamentale, sia per proteggere la salute e il benessere delle giovani donne sia per ridurre il rischio di nuovi casi tra i bambini”, avverte l’Unicef.

“Le disuguaglianze di genere e le violazioni dei diritti umani – rimarca l’agenzia – stanno incrementando la vulnerabilità delle donne all’Hiv e riducendo la loro capacità di accedere a servizi di base. A livello globale, quasi una donna su 3 ha subito una qualche forma di violenza durante la vita, e le ragazze adolescenti e le giovani donne sono colpite in modo sproporzionato dalla violenza da parte dei partner. Nei 4 Paesi dell’Alleanza globale con dati disponibili, questi non sono attualmente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di garantire che entro il 2025 meno del 10% delle donne, delle popolazioni chiave e delle persone che vivono con l’Hiv sperimentino disuguaglianze basate sul genere e violenza di genere”.

Purtroppo l’AIDS è ancora una realtà.

AIDS: se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide, recitava lo slogan negli anni ’80.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui