Un ragazzo solitario, vittima di bullismo e come molti americani, appassionato di armi. Il 20enne Thomas Matthew Crooks passerà alla storia come colui che ha cercato di uccidere( senza riuscirci) Donald Trump durante un comizio vicino alla sua cittadina in Pennsylavnia, Bethel Park, un sobborgo di Pittsburgh con 30.000 abitanti. Il movente del tentato assassinio è ancora avvolto nel mistero. La polizia è abbastanza sicura che abbia agito da solo, ma mette le mani avanti sulle ragioni dell’attacco avvertendo che potrebbero volerci «mesi» per stabilirle. In un video il ragazzo dice di odiare Trump e i repubblicani.
Ad analizzare la vita di questo ragazze esile, pallido e con gli occhiali si scopre che era registrato come elettore repubblicano ma che il 20 gennaio del 2021 – proprio il giorno dell’inaugurazione di Joe Biden alla Casa Bianca – aveva fatto una donazione di 15 dollari ad un gruppo democratico, ActBlue. «Stava sempre per conto suo, veniva preso in giro tutti i giorni e indossava spesso abiti mimetici in classe», ha raccontato un suo ex compagno di scuola della Bethel Park High School, dove Thomas si è diplomato nel 2022 e dove ha anche vinto un premio da 500 dollari per l’eccellenza in matematica e scienza. Un’altra ex compagna di casa lo ha descritto come «silenzioso e timido», mentre i vicini hanno parlato di una famiglia «carina e gentile».
Abitava con i genitori, Matthew e Mary Crooks, in una casetta a schiera di tre stanze, in un quartiere borghese e residenziale dove, raccontano sempre i vicini, «non succede mai nulla e tutti si fanno i fatti loro». Un ragazzo “normale” come milioni di altri negli Stati Uniti, che viveva in una cittadina di periferia come milioni di altre negli Stati Uniti. Finita la scuola Thomas non è andato al college e non ha neanche cercato un vero e proprio impiego, se non qualche lavoretto saltuario come quello nella mensa di una casa di cura vicino casa.
Il fucile di proprietà del padre
Il padre di Thomas, che sei mesi fa ha acquistato il fucile Ar-15 utilizzato per sparare su Trump, non ha voluto parlare con la Cnn e si è limitato a dire che «sta ancora cercando di capire cosa diavolo sia successo». Ancora nulla si sa invece dell’esplosivo trovato sia nell’auto con la quale l’attentatore è arrivato al comizio sia in casa.
Era stato notato, ma ha eluso incredibilmente i controlli
Quando il giovane quasi-killer è stato freddato da un cecchino dei servizi segreti sul tetto di un edificio non lontano dal luogo del comizio aveva indosso una maglietta di un famoso canale Youtube, Demolition Ranch, che ha milioni di follower e trasmette solo video di armi e ordigni esplosivi. Non aveva un documento di identità con sé – è stato identificato con il Dna e con la matricola del fucile riconducibile al padre – e nessun precedente penale in Pennsylvania.
Eppure non era passato inosservato ai controlli polizia locale che, secondo quanto riferito da fonti informate, lo avevano notato fuori dall’evento e lo avevano segnalato al Secret Service come «persona da tenere d’occhio». Invece, alla fine è riuscito a sparire dai radar, appostarsi sul tetto e sparare a Trump.
Ha mancato Trump letteralmente per un soffio. Sarebbe bastato un centimetro per fargli saltare il cervello.
Voleva uccidere Trump, e invece lo ha consacrato alla Storia, rendendolo immortale come figura politica che non si arrende mai.