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Magistrati in sciopero

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L’Associazione nazionale magistrati è pronta a indire una o più giornate di sciopero contro la riforma costituzionale della giustizia. E’ quanto è stato deliberato in un documento comune, approvato all’unanimità e per acclamazione al termine del comitato direttivo centrale che si è svolto il 15 Giugno, aperto a rappresentanti delle magistrature contabile, amministrativa e militare e dei rappresentanti di alcune giunte di sezione.

E’ prevista, si legge nel documento “l’indizione, in relazione all’iter parlamentare di discussione del Ddl di riforma costituzionale, di una o più giornate di astensione dall’attività giudiziaria per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma”.

I rischi della riforma in fieri

“Una riforma che – sottolinea l’Anm – stravolgendo l’attuale assetto costituzionale e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, sottrae spazi di indipendenza alla giurisdizione, riducendo le garanzie e i diritti di libertà per i cittadini”. Dalla riforma “emerge un disegno di indebolimento della magistratura, realizzato essenzialmente attraverso la separazione dell’unico ordine giudiziario mediante la previsione di due diversi Csm, uno per i giudici e l’altro per i pubblici ministeri, con un subdolo affidamento della direzione dei due organi alla componente di nomina politica, e mediante l’attribuzione della competenza disciplinare ad un’Alta Corte, che si configura come un tribunale speciale previsto solo per la magistratura ordinaria”, sottolinea il documento presentato.

La separazione delle carriere, per l’Anm “non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo ad una logica securitaria, nonché ponendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo”.

La mobilitazione dell’ANM

Per questo l’Anm ha deciso di “avviare immediatamente una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica”.Una mobilitazione che “sia a livello centrale che locale, si articolerà in diverse iniziative”. Tra queste “l’elaborazione di una strategia comunicativa innovativa ed efficace anche con il supporto di esperti” e “lo svolgimento di iniziative comuni su tutto il territorio coinvolgendo istituzioni locali, avvocatura, scuole, università, esponenti della società civile, sindacati e associazionismo”.

L’Anm si impegna anche ad organizzare “almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo” e a creare “luoghi di confronto e sinergia con le altre magistrature”. Previsto anche “il coinvolgimento delle istituzioni europee preposte al monitoraggio dell’indipendenza e imparzialità della magistratura”. Infine “nella eventuale prospettiva di un referendum costituzionale, l’impegno a ogni forma di mobilitazione, inclusa la partecipazione ad eventuali iniziative di comitati referendari”.

Dovrebbero, da operatori del settore, rivedere molte leggi e procedure astruse, visto che non corrispondono alle reali necessità sociali e tenendo conto della bassissima fiducia dei cittadini nella legge.

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