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Saras e famiglia Moratti

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Saras si allinea in Borsa al prezzo per la cessione di una quota del 35% dalla famiglia Moratti al colosso svizzero-olandese Vitol, a 1,75 euro per azione. A Piazza Affari il titolo cede il 6,6% a 1,68 euro.

“È importante ricordare e ringraziare la famiglia Moratti per quello che in questi 62 anni fino a oggi ha fatto per la Sardegna”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Sardegna e della Camera di commercio di Cagliari e Oristano Maurizio De Pascale a proposito del passaggio della quota di controllo, annunciata ieri.

«Importante non solo dal punto di vista occupazionale – ha precisato De Pascale a margine del confronto con i candidati presidente della Regione organizzato dagli industriali sardi -, ma anche per lo sviluppo e la salvaguardia dell’ambiente, la sicurezza dei lavoratori e per l’ attacco che la famiglia Moratti ha sempre dimostrato nei confronti della nostra isola”.

“Sappiamo per certo che chi subentrerà, la Vitol – ha evidenziato – non è solo un trader ma un operatore industriale, e così come sta attualmente gestendo molte raffinerie nel mondo, sappiamo per certo che l’attenzione che vorrà dare sarà certamente una garanzia e una sicurezza per il futuro della prima industria sarda”, ha risposto riguardo alla preoccupazione per un eventuale spostamento della sede legale fuori dalla Sardegna.

Si chiude l’epoca dei Moratti, ma “si sta andando anche verso la chiusura di un’altra epoca, quella dei combustibili fossili, quella dell’energia prodotta dal catrame, quella della benzina”, commenta così il candidato della Coalizione sarda e imprenditore ,  Renato Soru,  la notizia del passaggio del 35% delle quote di Saras dalla famiglia Moratti al gruppo internazionale Vitol. “Ci sono dei temi che riguardano l’energia e l’industria del futuro che hanno una dimensione globale e capiscono che la famiglia ha deciso di farsi da parte e lasciare spazio a iniziative industriali ed economiche più grandi”, ha evidenziato Soru a margine del confronto con gli altri candidati alle regionali del 25 febbraio organizzato da Confindustria Sardegna. “Per quanto riguarda la Sardegna non cambierà molto, cambierà la titolarità di chi dispone delle azioni di una società che è sarda e resterà sarda”, è convinto l’ex presidente.

“Sono rispettoso delle scelte che fanno i privati ​​e di una realtà che ha deciso di vendere una parte delle quote a una società importante – ha chiarito il candidato del centrodestra  Paolo Truzzu  -, la politica farà di tutto per mantenere una presenza di questo tipo nel territorio”.

Per la candidata del campo largo Pd-M5s Alessandra Todde la Vitol “è una multinazionale importante presente in tanti paesi, un nome noto nella gestione delle materie prime ed energetiche, sarà importante – sottolinea Todde – vedere quali piani di sviluppo avrà per la Sardegna e capire come intende rilanciare la produzione e affrontare la transizione energetica per migliorare la gestione del la raffineria in Sardegna. Sono temi importanti su cui ci concentreremo dopo il 25 febbraio”.

“Ieri pomeriggio abbiamo appreso il passaggio del controllo della società Saras, di proprietà della famiglia Moratti, al gruppo Vitol, una realtà del settore energetico svizzero-olandese. Ancora una volta un’importante società italiana passa in mano ad una multinazionale straniera. Purtroppo, questa condizione sta diventando una consuetudine nel contesto industriale del Paese ed è questa tendenza a crearci disagio e preoccupazione”. Lo dice, in una nota, Daniela Piras, segretaria generale Uiltec.

“Nel caso specifico si tratta di un passaggio epocale che caratterizza profondamente il sito di raffinazione di Sarroch in Sardegna, una risorsa da più di sessanta anni per l’approvvigionamento energetico dell’area mediterranea. Il gruppo Vitol, ha risorse e capacità per garantire continuità e sviluppo rispetto al mercato internazionale del settore in questione, ma – aggiunge – questa potenzialità va ora condivisa con il sindacato che attende di conoscere dalla nuova proprietà i contenuti della nuova prospettiva industriale. In questo senso auspichiamo un incontro tra le parti”.

Un fulmine a ciel sereno anche se qualche segnale era arrivato nelle scorse settimane. Ma nessuno tra i sindacati sardi e le Rsu della Saras di Sarroch si aspettava una cessione così imponente delle quote che segna la fine di un’epoca, quella della famiglia Moratti in Sardegna, dopo 62 anni. E tra Cgil, Cisl e Uil c’è preoccupazione per il futuro di una delle più grandi raffinerie del Mediterraneo e d’Europa con una capacità di lavorazione pari a 15 milioni di tonnellate annue (300.000 barili al giorno). Il sito industriale di Sarroch rappresenta circa il 20% della capacità di raffinazione italiana e al suo interno operano circa 1300 lavoratori diretti ai quali si aggiungono quasi 3mila dell’indotto. “La notizia della cessione arrivata ieri sera con una comunicazione ufficiale ovviamente ha creato molta preoccupazione tra i lavoratori perché non solo finisce un’era ma perché occorre capire quale sarà il futuro di questo sito produttivo – dice all’ANSA Stefano Fais, segretario organizzativo Filctem e rsu Saras – in questo momento attendiamo di incontrare di vedere il presidente uscente e la nuova proprietà per conoscere il nuovo piano industriale che per noi è importante per salvaguardare i livelli occupazionali. Il dato di fatto è, però, che un’altra grossa azienda nazionale non sarà più italiana ma olandese. Abbiamo visto in Sardegna e in Italia che le multinazionali non sempre hanno consolidata il business che li precedeva: ora attendiamo di conoscere il loro piano”. Marco Nappi, segretario generale regionale Femca Cisl) si dice “scioccato per la notizia arrivata all’improvviso. Sappiamo che entrare in un contesto di una multinazionale cambia tutto. Cosa succederà e come sarà l’approccio della nuova proprietà lo vedremo nelle prossime settimane ma già oggi c’è una forte preoccupazione perché non conosciamo l’azienda che subentra e credo di poter dire che questo sentimento si percepisce in tutta la raffineria, ma anche in tutto il territorio, nelle aziende d’appalto e tra le istituzioni locali.” “C’erano dei rumors in settimana però questo è stato un fulmine a ciel sereno – sostiene Pierluigi Loi della Uiltec – la famiglia Moratti ha sempre prestato massima attenzione alla Sardegna e nell’ultimo decennio ha fatto forti investimenti, per rendere la raffineria di Sarroch molto competitiva. Auspichiamo che ci sia lo stesso corso in termini di investimenti, sviluppo e occupazione anche da parte di Vitol perché servono forti investimenti per rimanere competitivi sul mercato globale in questo momento di transizione energetica”.

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