Cambiare le condizioni di degrado e di abbandono dei braccianti che da anni vivono nelle tendopoli della piana di Gioia Tauro in Calabria sembra una missione impossibile. Un quadro “inguaribile” viene definito da Medu, Medici per i Diritti Umani. L’ organizzazione dal 2013 assiste dal punto di vista sanitario, con unità mobili, e legale i circa 1.500 migranti che da ottobre a marzo garantiscono la raccolta degli agrumi. Uomini con età media di 35 anni che arrivano da Mali, Gambia, Ghana e Costa D’avorio. Nel rapporto 2023 il 92% aveva regolari permessi di soggiorno.
Gli stranieri, raccontano i volontari di Medu, vivono in casali abbandonati, nella fatiscente tendopoli realizzata dal Ministero dell’Interno e container sparsi tra i comuni di Rosarno, San Ferdinando e Taurianova.
Eppure, denuncia Medu, cinque milioni e mezzo di euro sono stati spesi fino ad oggi per realizzare alloggi che sono chiusi. Tre arrivano dall’Unione Europea per costruire edifici con 36 appartamenti a Rosarno, 2 dal Ministero dell’Interno per il progetto “Villaggio della Solidarietà” su un terreno confiscato alla mafia. Infine, 650 milioni sono stati investiti per un centro polifunzionale che non ha mai aperto i battenti, nella Contrada Donna Livia, nel comune di Taurianova. Sono cifre ingenti, ma “fantasma” alla fine, viste le condizioni in cui versano questi lavoratori.
L’organizzazione chiede( giustamente) un intervento, atteso dopo la rivolta di Rosarno nel 2010, per ridare la dignità di vita e lavoro ai braccianti e garantire l’eliminazione degli ostacoli burocratici.
E’ una vergogna di Stato. Queste persone si spezzano la schiena, malpagati, eppure contribuiscono attivamente all’economia italiana, anche più degli italiani stessi. Meritano tutte le garanzie e le tutele come tutti i lavoratori. E’ una questione non solo lavorativa, ma sociale, di dignità umana, di progresso nazionale.
