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Stellantis e Mirafiori

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Stellantis annuncia un mese di cassa integrazione a marzo per Mirafiori, mentre il presidente John Elkann smentisce l’esistenza di un piano di fusione con altri costruttori dopo le voci circolate su un matrimonio con la  Renault

Elkann assicura invece che il gruppo si concentra sul piano strategico e sul rafforzamento della sua presenza su ogni mercato, Italia compresa.

John Elkann: “Nessuna fusione in vista”

 “Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori – afferma Elkann -. La società è concentrata sull’esecuzione del piano strategico Dare forward e sulla puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare l’attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia”. Il presidente aggiunge che Stellantis “è impegnata al tavolo automotive promosso dal ministero dell’Industria e del Made in Italy che vede uniti il governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme la transizione energetica”. 

Mirafiori: prevista un mese di cassa integrazione

 A Mirafiori, la cassa integrazione è stata annunciata per i 2.260 lavoratori a marzo: le linee della Maserati e della 500 elettrica non si fermeranno completamente ma lavoreranno su un solo turno, ha detto l’azienda ai sindacati. E il segretario territoriale Fismic Confsal di Torino Sara Rinaudo commenta: “E’  un nuovo segnale della continuazione del periodo di sofferenza per Mirafiori. Noi siamo ben consapevoli del piano strategico in corso di Stellantis, che ha sempre affermato di puntare su Mirafiori, ma constatiamo con dispiacere il periodo di difficoltà che sta affrontando il sito in questo momento, in particolare la carrozzeria; difficoltà che noi cercheremo di gestire al meglio per attutire al massimo le ricadute sui lavoratori e sui loro salari. Auspichiamo che l’intervento del governo, con il nuovo piano incentivi, sostenga la ripresa del mercato. Serve una collaborazione in sinergia con la Regione, per tutelare il territorio”. 

I sindacati sono preoccupati

 “Il nodo è arrivato al pettine – aggiunge il numero uno della Fim torinese Rocco Cutrì -. Il caso Mirafiori deve essere di rilevanza nazionale, lo stabilimento deve essere messo nelle condizioni di avere prospettive”. Ed Edi Lazzi, Fiom torinese: “Un altro dato ultranegativo della fase che stiamo attraversando. Ci sono tanti segnali che ci fanno tremare i polsi”. 

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