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Matteo Renzi e il suo nuovo Best seller

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E’ uscito “Palla al centro”(titolo davvero originale), il libro in cui Renzi dice la sua contro tutti.

L’ex premier lancia il suo programma elettorale spiegando che “rimettere la palla al centro significa tante cose” e in politica significa anche “trovare una terza via tra i populisti del sovranismo come Meloni e Salvini e i populisti della sinistra grillizzata come Schlein e Conte”, rivendicando tra le righe “come il centro è il luogo del futuro, non del passato. E’ il luogo del riformismo, non del populismo. E’ lo spazio abitato dai politici e non dagli influencer”. Il programma per la prossima UE, secondo Renzi passa “per l’elezione diretta del presidente della Commissione Europa” e “per una squadra di governo della Commissione che non sia fatta col bilancino” dove si superi pure “il diritto di veto consentito a singoli Paesi”.

Intanto però mette a nudo, in questo volume di ben 160 pagine, il governo Meloni, la cui cifra, sostiene Renzi, è appunto il ‘populismo’, il passatismo’ e la politica da influencer. Al centro della riflessione dell’ex premier sono le uscite (a caccia di like) dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi, la Meloni, citata 90 volte ma anche quelle di Giuseppe Conte, il cui nome compare tra le pagine con la stessa ricorrenza, ben 93 volte. E ce n’è poi per tutti, per Salvini e per l’ex alleato Carlo Calenda(Azione). Con Meloni, Renzi, ad esempio, svela uno scambio di messaggini, finora inedito. Lui l’aveva criticata in tv per aver saltato, durante la sua trasferta in Usa, nel primo anno di governo, il tradizionale ricevimento organizzato da Biden per andare a mangiare una pizza con la figlia. “Una mossa astuta sul piano della comunicazione -scrive Renzi- . Il messaggio è semplice: ‘Vedete? Per me stare con la mia bambina è più importante di tutto, persino dell’uomo più potente del mondo'”.

Scrive Renzi: “Giorgia Meloni mi messaggia risentita. Mi spiega come funziona il ricevimento all’Onu, dimenticando che talvolta ci sono stato anche io. E quando le dico perché secondo me era doveroso partecipare al ricevimento, anche se noioso, mi scrive che io non frequentavo il presidente degli Stati Uniti abitualmente come lei e dunque andavo al ricevimento perché pensavo ‘fosse utile andare per avere una foto con lui’. “In quel preciso momento capisco, e glielo scrivo testuale, che ‘ci siamo giocati anche la Meloni’. Perché pensare che la mia critica, molto soft, sulla mancata presenza al ricevimento di Biden nascesse dal fatto che io ‘non frequentassi il presidente degli Stati Uniti abitualmente’ dimostra una scarsa aderenza alla realtà”, si legge nel capitolo dedicato al rapporto con Giorgia Meloni.

Di Conte Renzi evoca i conflitti di interesse: “Mi piacerebbe che si chiarissero le incompatibilità degli avvocati d’affari, come Conte è stato a lungo. I possedimenti delle famiglie: se una compagna o una moglie ha una famiglia che possiede alberghi o banche o ricchezze finanziarie è giusto che il parlamento sia edotto, no?”, si domanda. Poi l’affondo: “Chi chiamò i soldati russi in Italia? Chi organizzò l’incontro tra un alto dirigente dei servizi segreti e un intermediario, mascherine? Ventilatori? Altro materiale su cui era prevista una ricca provvigione? Nell’ufficio legale che era stato casualmente l’ufficio di Conte in presenza di quello che era stato un suo stretto collaboratore?”.

Un colpetto lo dedica pure a Salvini: “Abbiamo visto che Meloni è l’influencer più brava. Abbiamo visto che Conte la insegue ignorando qualsiasi regola di coerenza politica la storia ci abbia trasmesso. Non abbiamo nemmeno bisogno di aprire un file riguardo a Matteo Salvini, l’uomo che ha consegnato alla cronaca social alcune delle perle più straordinarie -scrive quando passa a parlare del leader della Lega- . Come dimenticare le sue acute osservazioni politiche sintetizzate dal post con foto: ‘Stasera sto leggero: pizza salame piccante e cipolle’, inserito in rete tra la richiesta dei pieni poteri avanzata nella sede istituzionale della discoteca Papeete di Milano Marittima, non prima di aver affidato ‘al cuore immacolato di Maria il destino di un Paese e di un continente”, aggiunge. Ed è solo l’inizio.

Con la sua intelligenza e arguzia, Matteo Renzi ha nuovamente dato prova di verve letteraria e di sagace colpo d’occhio sullo scenario politico italiano.

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