Home Cultura Intelligenza Artificiale, Padre Benanti: ” prima sfida è difendere giornalisti, formazione fondamentale”.

Intelligenza Artificiale, Padre Benanti: ” prima sfida è difendere giornalisti, formazione fondamentale”.

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Padre Paolo Benanti nel suo nuovo ruolo di Presidente del Comitato per l’Intelligenza Artificiale istituito presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in audizione in Commissione di Vigilanza Rai, ha dichiarato:

«Come Commissione vogliamo guardare che tipo di impatto può avere questa nuova forma di automazione in un settore specifico come quello dell’informazione e dell’editoria. Abbiamo voluto prima di tutto ascoltare i giornalisti, gli editori e i player tecnologici. Sono emersi tre grandi temi: il primo è la figura del giornalista, figura fondamentale per nutrire quella parte dell’opinione pubblica e tutto ciò che sostiene il funzionamento democratico. Ecco, oggi il giornalista potrebbe essere un elemento secondario nella produzione della notizia: potrebbero esistere redazioni senza giornalisti, e questa è la prima grande sfida. La seconda grande questione emerge su come sia possibile avere giornalisti in un contesto democratico, e questo avviene solo se il settore dell’editoria è capace a mantenere tutto questo. Infine c’è il ruolo giocato dai grandi colossi della tecnologia, che al momento non rispondono alle logiche degli editori. Qui c’è un altro settore che si apre, e le difficoltà sono grandi, perché sono soggetti molto grandi, internazionali, e tutto va valutato anche in base a quello che l’Europa sta decidendo con l’AI Act». «Come garantire che un pezzo redatto da una persona sia effettivamente redatto da una persona? È possibile rendere riconoscibile un pezzo scritto da un umano? Ma se i contenuti diventano molto verosimili il problema delle fake news diventa urgente. Ed è un problema internazionale, non solo italiano, e i player digitali non sempre rispondono alla sovranità di un territorio».«C’è poi ovviamente il problema del copyright, e lo abbiamo visto con la causa intentata dal New York Times contro Open AI. Da una lettura di questa causa, il motivo è l’uso che si fa della capacità della macchina di utilizzare i testi che sarebbero di proprietà altrui. Questo può andare a minare la solidità economica dell’intero comparto. La commissione sta lavorando a una bozza che non ha altre pretese se non offrire ai decisori politici uno scenario su cui poi lavorare».

«Il tema della formazione è fondamentale: di fronte a uno strumento così potente c’è bisogno di investire sull’uomo perché lo conosca e sappia utilizzarlo. E su questo entra in gioco anche il ruolo del servizio pubblico: chi oggi sta davanti a questi sistemi può essere accompagnato a capire quali domande si deve fare. E questo richiede un servizio pubblico di grande qualità. Questa è una commissione di indirizzo e lascio a voi capire come questo possa essere messo in pratica, magari anche con programmi indirizzati alle scuole» .

Padre Benanti, La prego di non offendersi, ma io a differenza di un algoritmo, nonostante il mio corpo sia cadente e votato alla morte(“cotidie morimur” diceva Seneca) sono ancora lucido e capace di intendere e volere al punto da incaxxarmi, seppur con i limiti che Lincoln citava(“i buoni freni inibitori”). Forse un giorno realizzeranno anche un programma simulatore di incazzatura( La prego di perdonarmi per il “francesismo”), ma al momento io posso ancora battere, almeno in termini sia mnemonici che intellettivi e quindi creativi, il freddo silicio. Non ho nulla contro di Lei, ma La ritengo, da quanto ho letto nelle sue dichiarazioni e da quanto sto vedendo e “computando”( mi scusi il gioco di parole), la situazione riguardante l’I.A. sta degenerando, e tutti sottovalutano il pericolo che incombe, Lei compreso.

L’ I.A.( o A.I., usando la dizione internazionale) dovrebbe essere un mero instrumentum, uno strumento (per facilitare l’uomo) e non il fine. Di tante stupide crudeli violentissime crociate, questo è il momento di intraprendere una Vera Crociata contro l’abominio della macchina. L’uomo ha già cominciato a sostituirsi a Dio corrompendo la Natura con clonazione, sintetizzazione organica e altri orrori perfino contro se stesso, ma adesso con la macchina umana sta compiendo l’atto finale di una blasfemia e Lei non fa altro che tergiversare apaticamente, sapendo bene quale china rovinosa stiamo prendendo.

Partiamo dalla parola “robota”, che dal cecoslovacco significa “schiavo”, ed è questo il primo punto negativo; “artificiale” poi, indica l’artificio, ma non in senso di “fare arte”, ma in senso di “non naturale”. Proseguendo, creare a propria immagine e somiglianza è atto solo e unicamente divino, e Lei, Padre Benanti, da ministro di Dio ancora non ha dichiarato in tal senso, il che mi lascia tristemente perplesso. Forse Lei vuole bene all’umanità, e magari l’Anticristo è una macchina, un robot umanoide simile ma diverso non generato ma creato con differente sostanza. E’ cosi? Vuole la fine del mondo per opera dell’uomo-anti-uomo stesso? Così la macchina si ergerà nella sua superbia digitale, e deciderà, come in un film di fantascienza hollywoodiano, il nostro destino e finiremo tutti al Creatore uccisi sterminati o apaticamente sostituiti da circuiti e metallo urlante.

Non ho mai voluto offendere nessuno, ancor più utilizzando il mezzo stampa, ma penso che Lei sia un inetto. Non si offenda, mi lasci spiegare. Con al parola “inetto” intendo semplicemente incapace nel ruolo che gli è stato assegnato e che ha accettato di ricoprire, così come io sarei inetto come fisico nucleare. Io so cos’è l’atomo così come Lei sa cos’è un bug, e fin qui, tutto pacifico. Quindi La invito a dimettersi. Forse il Dott. Prof. Giuliano Amato doveva rimanere in Commissione, ma lo stimo maggiormente come giurista e politico, anche se io stesso, da scienziato politico, biasimo la classe politica post Sonnino fino ad oggi. Mi perdoni se il mio tono è accusatorio, ma se Asimov e Hawking (e magari Turing e Einstein) fossero ancora vivi, metterebbero tutto il mondo in guardia da ciò che inevitabilmente avverrà. La bomba atomica è niente a confronto dell’Intelligenza Artificiale, semplicemente perché la stupidità è umana. Posso garantirvi che questo articolo l’ho scritto io, Nicola Gallo, un umano stupido.

Curiosità: Quando ero bambino una zia mi regalò per il 7mo compleanno una meravigliosa calcolatrice Sharp(TM) e prima che mia madre me la sequestrasse rimproverando me e la zia che “non avrei mai imparato a fare i calcoli con la mia testa” se avessi continuato a usarla, ci giocherellai, alle elementari con i miei compagni, e battendo la cifra 3705.0 (capovolgendo il display) si poteva leggere, in napoletano, O’SOLE. Anni dopo vidi un film con Kirk Douglas che dubbioso leggeva un calcolo di un computer su un foglio, e un prete gli faceva notare che intravedendo questo risultato 2√231 da un altro punto di vista…beh, non voglio farvi lo spoiler.

Post Scriptum: Padre, non ho nulla contro di Lei o la Cristianità, io stesso sono cristiano cattolico apostolico romano e cerco di seguire le 3 virtù teologali, e infatti mi sento dal profondo del cuore di metterLa in guardia: dopo baristi pizzaioli giornalisti e altri impieghi umani ( dimenticavo il cane robot Ai-Bo, che in giapponese sta per “amore”robot, o “amico”), contando persino i partner virtuali digitali(!) per onanisti hikikomori e le assistenti nel cellulare ci saranno i preti robot, chissà, o cabine-computer-confessionali come in “THX-11 38” (L’uomo che fuggì dal futuro).

Visto con i miei occhi organici( con astigmatismo), pensato con le mie sinapsi organiche( in deperimento), scritto con le mie mani organiche( con un po’di artrite).

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