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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: 1.3 miliardi di euro per la disabilità

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1.32 miliardi saranno destinati alle persone fragili

Sui circa 1,45 miliardi di euro che il Pnrr destinerà attraverso tre misure alla categoria di persone fragili (in particolare anziani non autosufficienti, persone con disabilità e senza fissa dimora), sono 1,32 miliardi quelli assegnati ai territori per la realizzazione di tali progetti. Non facile individuare una singola causa per la mancata attribuzione dei circa 133 milioni rimanenti, ma certamente incide la difficoltà dei territori nel presentare un numero di progetti sufficienti e attuabili. Ancor più complicato, se non impossibile, è sapere quante delle risorse assegnate sono state poi erogate ai territori e, dunque, iniziare a monitorare l’impatto delle risorse apportate dal Pnrr nelle comunità nostrane.

Il terzo settore

Il terzo settore è costituito da enti che hanno natura giuridica privata, non hanno scopo di lucro, dispongono di statuto o atto costitutivo, perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, attuano il principio di sussidiarietà, promuovono e realizzano attività di interesse generale, e ricorrono a forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e serviziGli enti del terzo settore iscritti al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS) includono:

  • Organizzazioni di volontariato (ODV)
  • Associazioni di promozione sociale (APS)
  • Enti filantropici
  • Imprese sociali, incluse le cooperative sociali
  • Reti associative

La scarsa trasparenza sul Pnrr è infatti tra le principali criticità che emergono dal rapporto dal titolo “Il Pnrr, le politiche sociali e il Terzo settore”, realizzato da Forum Terzo Settore e Openpolis presentato a Roma. Alla carenza di informazioni si affianca il mancato coinvolgimento del Terzo settore, che mette a rischio la qualità degli investimenti e l’efficacia degli interventi di welfare.

Dal monitoraggio emerge che in 8 Regioni sono stati finanziati meno progetti da quanto previsto in precedenza: in totale 89 in meno rispetto agli iniziali 2.125, nonostante diverse riaperture dei termini dei bandi e scorrimenti di graduatorie per facilitare il raggiungimento degli obiettivi. Resta disatteso inoltre l’obiettivo del Pnrr di destinare il 40% delle risorse al Mezzogiorno, storico cruccio italiano: alle Regioni del Sud Italia, più Abruzzo e Molise, va il 33.6% dei fondi.

Pnrr e i fondi assegnati

Per le regioni: il territorio a cui sono stati assegnati più fondi per le misure che riguardano le persone fragili è la Lombardia (circa 200 milioni di euro). Seguono Lazio (152,5 milioni), Campania (123,5 milioni) ed Emilia-Romagna (circa 107 milioni). Sempre la Lombardia, tuttavia, è anche la Regione che più si distanzia dal centro degli obiettivi, vedendosi approvati 312 progetti a fronte dei 392 previsti. Nello specifico delle misure per le persone fragili, per gli anziani non autosufficienti sono stati stanziati circa 500 milioni, quasi interamente assegnati.

 L’obiettivo principale è la ‘deistituzionalizzazione degli anziani’, ovvero la riconversione delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e delle case di riposo in gruppi di appartamenti autonomi con una maggiore individualità. Alle regioni del Sud Italia più Abruzzo e Molise va il 36.9% delle risorse. Abbiamo detto, appunto, che gli investimenti del Pnrr ammontano a 500 milioni e puntano all’abbattimento di barriere architettoniche e l’adozione di strumenti e mezzi per migliorare l’autonomia di vita e a favorire l’inclusione lavorativa. Solo 409,7 milioni, purtroppo, sono in effetti assegnati ai territori per questo scopo. Alle Regioni del Sud più Abruzzo e Molise va il 33.6% delle risorse. In ultime, per le persone senza fissa dimora sono stati stanziati 450 milioni, con l’obiettivo prioritario di prestare aiuto a queste persone (si stima siano oltre 96mila) a trovare una soluzione temporanea attraverso, ad esempio, appartamenti per piccoli gruppi. Di queste risorse risultano non ancora assegnati circa 50 milioni. Alle regioni del Sud Italia più Abruzzo e Molise va il 29,1% delle risorse.

Il Pnrr risulta essere quindi una grande opportunità economica con un grande impatto migliorativo della società nel terzo settore.

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