Condanna a 23 anni per Evaristo Scalco, il maestro d’ascia che la notte tra l’1 e il 2 novembre 2022 uccise nel centro storico di Genova con una freccia il 41enne Javier Alfredo Miranda Romero. Il Pubblico Ministero Arianna Ciavattini aveva chiesto l’ergastolo. La corte d’Assise ha escluso l’aggravante dell’odio razziale ma ha ritenuto sussistenti i futili motivi. Sono state riconosciute le attenuanti generiche. Romero, quella notte, era uscito a festeggiare con un amico la nascita del figlio. I due si erano messi sotto la finestra di Scalco.
La freccia letale
L’artigiano carpentiere si era affacciato e li aveva mal apostrofati (“andate via immigrati di m…”) perché a suo dire facevano baccano e avevano orinato contro il muro. I due amici gli avevano risposto per le rime e allora l’artigiano aveva preso l’arco e aveva montato la punta più letale che aveva in casa colpendo Romero. Poi era sceso in strada e aveva tentato di estrarre il dardo.
In mattinata si erano tenute le ultime repliche. La pm Arianna Ciavattini, aveva ribadito che, per l’accusa, Scalco ha colpito mentre la vittima e l’amico che era con lui stavano andando via, che “sapeva di aver utilizzato un’arma micidiale. Per questo ha cercato di estrarre poi la freccia: non per aiutare, ma per occultarla”. Inoltre dopo aver scoccato il dardo l’imputato sarebbe rimasto alla finestra “per 3 minuti dicendo ‘fa male eh, te l’avevo detto’”.
Per la difesa gli avvocati Federico Papa e Jacopo Pensa hanno ricordato che l’episodio è scaturito da “un diverbio durato più di 20 minuti” durante il quale “un petardo sarebbe stato lanciato verso casa di Scalco”. Per la difesa non ci sarebbe stata volontà di uccidere, e nemmeno l’aggravante futili motivi.
Ai familiari della vittima la sentenza ha riconosciuto provvisionali per quasi 500 mila euro.
(Fonte:Skytg24)
