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“Voglio far saltare in aria Roma”: espulso pericoloso tunisino.

Sui social inneggiava alla jihad, aveva anche individuato la stazione di Bologna come possibile obbiettivo.

Aveva già annunciato in precedenza, ripetutamente, che sarebbe giunto a Roma per far saltare tutto in aria. Perché, ripeteva, “quello che sta accadendo in Medio Oriente è colpa dell’Italia e dei Paesi europei più in generale”. L’uomo, un tunisino di 38 anni, in Italia da 23 anni con regolare permesso di soggiorno, è stato espulso con decreto del Ministro dell’Interno Piantedosi in data 29 dicembre scorso. Nella tarda serata di ieri, su una nave salpata alle 16 dal porto di Genova, ha fatto rientro nel suo Paese d’origine.

L’uomo, residente a Salsomaggiore Terme e già condannato per maltrattamenti e violenza aggravata nei confronti della moglie, è accusato di una “propensione verso posizioni religiose integraliste e oltranziste connotate da atteggiamenti di intolleranza verso le autorità italiane, da un forte risentimento antioccidentale e antisemita”. Quando il 6 ottobre scorso gli venne sospesa la patente di guida per possesso di sostanze stupefacenti, davanti al funzionario della Prefettura pronunciò frasi indicative di una visione estremista e violenta dell’Islam, affermando che “ci sono sette Paesi che dovrebbero sparire dalla terra”. Non solo. Sempre a ottobre, telefonò a una assistente sociale del distretto di Fidenza, chiedendole di conoscere il suo indirizzo di casa e, al rifiuto della donna, minacciò la donna e i Carabinieri di Salsomaggiore Terme, affermando che avrebbe agito “secondo il Corano”.

Le indagini a carico dell’uomo, hanno permesso di scoprire come il tunisino pubblicasse sui social network contenuti indicativi di un orientamento religioso radicale, in cui cita l’organizzazione terroristica ‘Stato islamico’ (ISIS)che definisce Israele quale Stato ‘teppista’, indica l’Occidente come bersaglio, inneggia alla Jihad e menziona la stazione di Bologna, lasciando intendere l’individuazione della stessa come possibile obiettivo. Alla luce di questo e di una “mancanza totale di integrazione sociale e culturale, per il rifiuto dei valori del Paese ospitante”, il 38enne è stato espulso e i suoi comportamenti giudicati una “minaccia concreta, attuale e sufficientemente grave alla sicurezza dello Stato”, potendo lui “agevolare in vario modo organizzazione o attività terroristiche anche internazionali”. 

Ottimo risultato, se non fosse che questo è per lo più un esaltato isolato, quando poi, in realtà, l’Italia è piena di stranieri(regolari e non) che sono contrari alle leggi della Repubblica Italiana, radicalizzati e impossibili, per propria scelta, all’integrazione nella nostra società, ma che anzi, vorrebbero imporre il loro punto di vista e le loro credenze religiose in modo imperativo.

Questo non è ovviamente né il primo né l’ultimo caso che si presenterà in Italia. Almeno espellendo questo soggetto, è stata evitata una minaccia reale.

(Fonte:adn-Kronos)

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