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Il caso Pozzolo e il “pistolino”

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Prima di redigere il presente articolo, ho voluto prima raccogliere quante più informazioni possibili e soprattutto attendibili per quanto riguarda il fatto accaduto la notte di San Silvestro che vede coinvolto il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo nel ferimento di uno degli invitati alla festa di fine anno dove era presente il politico Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove( la festa a Rosazza in provincia di Biella era stata organizzata dalla sorella di quest’ultimo).

Secondo il racconto di un testimone, presente alla festa di Capodanno di Rosazza, la pistola sarebbe stata in mano al deputato Pozzolo quando è esploso il colpo. Lui, invece, ha raccontato agli inquirenti di non essere stato lui a premere il grilletto. Intanto, il PD ha annunciato un’interrogazione parlamentare a Meloni.(Fonte FanPage)

Innanzi tutto la persona ferita dal colpo di “pistolino” è il genero di un agente della scorta: secondo la versione ufficiale resa da Pozzolo, quello avrebbe recuperato sul pavimento l’arma nel mentre caduta di tasca dal deputato sparandosi per sbaglio addosso nel renderla.

Altre sono le versioni in merito al fatto. Ma proseguiamo prima con la dichiarazione dell’Onorevole.

“In merito all’incidente accaduto la notte di Capodanno nella sede della Pro Loco di Rosazza, confermo che il colpo di pistola – da me detenuta regolarmente – che ha ferito uno dei partecipanti alla festa è partito accidentalmente, ma non sono stato io a sparare”. Questa era stata la breve dichiarazione di Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia, nella serata del 1 gennaio, dopo il ferimento del 31enne nella pro loco di Rosazza. Ovviamente la Procura di Biella lo ha indagato e la Prefettura gli revocherà il porto d’armi, ma più di tutto il giorno successivo(2 gennaio) un testimone ha dichiarato: “Era allegro e mostrava la pistola”.

Quindi quella di Pozzolo è iniziata come una tipica esibizione maschilista di arma da fuoco (manco fosse stata una Magnum 44!) conclusasi con un ferimento “accidentale”( a quanto pare pistola carica col colpo pronto).

Va precisato che tutte le armi sono pericolose. Possono ferire, uccidere. Il 31enne è stato ferito ad una amba, ma il proiettile poteva provocare lesioni ben più gravi o anche la morte, se avesse raggiunto parti del corpo vitali, come cuore o testa.

Pozzolo ha detto di non essere stato lui a sparare: il deputato, in un primo momento, ha fatto ricorso all’immunità parlamentare rifiutando di sottoporsi al test dello stub, vestiti compresi, per verificare se addosso avesse tracce di polvere da sparo; intorno alle 7.30 di mattina, poi, ha accettato di sottoporsi al test sia sulle mani sia sugli indumenti e l’immunità parlamentare è stata richiamata solo per opporsi al sequestro degli abiti.

STUB: un esame particolare

“Il test dello “stub” serve a provare se si è sparato. E’ capace di rilevare la presenza di microparticelle sulla mano e anche sugli abiti. Lo possiamo definire come una sorta di tampone con un adesivo speciale capace di catturare la presenza di microframmenti di piombo, antimonio e bario”. Purtroppo lavandosi le mani accuratamente con determinati detergenti le tracce di residui da polvere da sparo possono essere cancellate.

Il fatto che risulta più grave del ferimento in sé, è che Pozzolo abbia fatto appello all’Art 68 della Costituzione sulla immunità parlamentare, disciplinata dalla Legge Attuati 140/2003, che riguarda però solo casi diversi, tra cui intercettazioni, sequestro di corrispondenza, perquisizione personale o domiciliare. Non doveva essere eccepita l’immunità, dunque, secondo la Procura, la cui esigenza era quella di svolgere un test per la rilevazione dei residui da sparo.

Le indagini sono tutt’ora in corso, ma la domanda fondamentale è :” Quanto possiamo fidarci dei politici, delle loro dichiarazioni e delle loro protezioni giuridiche?”.

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