Home Cronaca Navalny parla dalla prigione siberiana “Lupo Polare”: “Sto bene”

Navalny parla dalla prigione siberiana “Lupo Polare”: “Sto bene”

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Dopo quasi un mese senza dare notizie di sé,Aleksey Navalny è stato ritrovato ed è tornato a parlare sui social. Nella giornata di ieri la sua portavoce, Kira Iarmych, ha annunciato su X di aver identificato la posizione dell’oppositore di Putin. Oggi è lui stesso a postare un thread, sempre sulla piattaforma digitale ” X “, nel quale descrive il suo viaggio e le condizioni in cui si trova. “Sto bene, non preoccupatevi per me“, ha scritto l’attivista russo, al momento localizzato a Charp, nella Yamalo-Nenetsia, una regione remota della Siberia, nel carcere di massima sicurezza Ik-3, vicino al Mar Glaciale Artico a circa duemila chilometri a nord-est di Mosca. La squadra e gli attivisti di Navalny hanno collegato il suo trasferimento alle prossime elezioni di marzo, in cui si prevede (ovviamente)che Putin sarà rieletto. Il trasferimento di Navalny in una zona remotissima del paese, da dove le comunicazioni saranno ancora più difficoltose, sarebbe insomma un tentativo di “isolare” il politico dell’opposizione per eccellenza.

Nove messaggi postati su X per raccontare la sua vita nella nuova prigione siberiana dove si trova adesso richiuso e il lungo ed “estenuante” trasferimento affrontato. Ieri, 25 dicembre, la famiglia dell’oppositore russo è riuscita a scoprire dove si trova(informando noi tutti) al termine di tre settimane in cui non aveva più notizie dell’uomo, condannato ingiustamente a 19 anni di carcere.

“Sono il tuo nuovo Babbo Natale“, esordisce raccontando di essersi “fatto crescere la barba” durante “i 20 giorni” del trasferimento. “Sfortunatamente non ci sono renne, ma ci sono enormi cani da pastore soffici e molto belli”, ironizza ancora. Quello che vede fuori dalla finestra nell’Artico russo è la “notte, poi la sera e poi la notte ancora”. Una viaggio “estenuante” lo definisce, affermando di essere comunque “ancora di buon umore, come si addice a un Babbo Natale”.

L’arrivo nella nuova prigione è avvenuto sabato scorso: “Sono stato trasportato con tale precauzione e su un percorso così strano che non mi aspettavo che qualcuno mi trovasse qui prima di metà gennaio”. Racconta infatti di essersi sorpreso quando il giorno di Natale “è stata aperta la porta della cella” e gli è stato detto che c’era un avvocato per lui. Ringrazia anche per il supporto chi si era preoccupato per la sua scomparsa.

“Comunque, non preoccuparti per me. Sto bene. Sono totalmente sollevato di avercela finalmente fatta. Grazie ancora a tutti per il vostro supporto. E buone vacanze”, si concludono i messaggi sulla piattaforma digitale ” X “pubblicati sul suo profilo ufficiale firmati dal “Babbo Natale a regime speciale“, come si definisce l’oppositore russo.

Solitamente redigo articoli di cronaca, e occasionalmente politica interna ed estera. Dormo sempre sonni tranquilli, ma l’altra notte, “studiando” il caso Navalny, forse per autosuggestione nell’aver terminato un articolo con questa mia frase “Navalny verrà liberato quando la Russia si libererà di Putin” ho avuto un incubo, per la prima volta da quando collaboro con AsLimItaly.

Ho sognato Putin, freddo e algido in puro stile KGB dietro una scrivania, che mi dice: “Tabarish(compagno in russo) hai osato parlare male di me, non farlo più o ti mando un agente con il noviciok(veleno usato dalle spie),udachi”. Poi mi sorride. E io mi sveglio madido di sudore. Non ho mai sognato gli incidenti, gli omicidi e le tante violenze di cui scrivo su questa testata, ma sognare Putin, e in più in russo(qualcosina la mastico grazie a Natasha)…!

Sinceramente non ho paura. Lo “Zar” potrebbe anche farmi fuori, ma io sono l’ultimo dei suoi oppositori. E non ho paura di morire. Dopo che il mio migliore(EX)amico ha tentato di uccidermi, non mi spaventa la possibilità. Tutti noi moriremo, anche Putin, ma lui è già morto, la sua è una non-vita, ed è odiato da oltre mezzo mondo. Più di Putin, mi preoccupano(politicamente)i suoi sostenitori, e in Italia ce ne sono, eh già.

Dasvidania tabarish Navalny, udachi.

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