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Edi Rama ad “Atreju”

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Il premier albanese ad Atreju si è detto “fiducioso” sull’esito del ricorso presentato dall’opposizione alla Corte Costituzionale. “A me sembra che ci sia stato un rumore sproporzionato su un accordo secondo me naturalissimo tra due Paesi con nomi diversi ma che sono parti dello stesso popolo”. Così il Premier albanese, Edi Rama, intervenendo ad Atreju, afferma che l’accordo con l’Italia sui migranti “non è incostituzionale” dicendosi “fiducioso” sull’esito del ricorso presentato dall’opposizione albanese alla Corte Costituzionale che ha bloccato la ratifica dell’accordo da parte del Parlamento di Tirana. “Attendiamo con calma la decisione”, ha detto, sottolineando che la Corte “ha fatto il suo dovere” accogliendo il ricorso, e che questo è “la prova che l’Albania è un Paese democratico”. La Premier Giorgia Meloni ha ascoltato seduta in prima fila l’intervento del premier albanese, molto applaudito. Anche la leader di Fratelli d’Italia ha battuto le mani a vari passaggi dell’intervento di Rama. Una ovazione. Rama spera che la Corte Costituzionale prenda una decisione in tempi veloci: “Marzo è il limite del tempo, ma io credo e sono fiducioso che sarà molto prima la decisione perché è un accordo molto importante tra due Stati, bisogna che ambedue i governi sappiano se possano andare avanti o no senza perdere tanto tempo”. Riguardo al ricorso presentato dall’opposizione, Rama si è detto “contento che tutti capiscono, anche quelli che in Albania sono martellati dalla propaganda di chi dice che c’è un dittatore, che l’Albania è un Paese democratico: la Corte Costituzionale ha fatto il suo dovere, è automatico sospendere un accordo per prenderlo in considerazione prima della ratifica”. Poi aggiunge :”è sempre un onore dare una mano all’Italia quando lo chiede, ritenersi un amico speciale dell’Italia”, ha affermato, aggiungendo che dobbiamo “fare di tutto per essere un Paese fratello”. “Noi abbiamo avuto richieste di altri Paesi europei, ma abbiamo detto di no a Paesi cugini, ma l’Italia è un Paese fratello”, ha detto Edi Rama, nel corso del suo intervento, spiegando di non aver accettato proposte di accordi sui migranti simili a quello fatto con l’Italia da altri Paesi europei. Il Premier albanese ha ribadito che l’intesa con Giorgia Meloni è “uno sforzo comune”, non come “un’ammissione che siamo un Paese fuori, che quindi ci possono utilizzare per farne un posto dove trasferiscono il problema”. Complimenti. “Se c’è una ragione per cui ho un grande rispetto per quello che Giorgia cerca di fare, non è solo lei andata contro tutti i pronostici dell’apocalisse fascista, ma è il cercare di convincere l’Europa che bisogna lavorare insieme”, ha sottolineato. “Se mi permetti Giorgia – ha aggiunto con tono confidenziale Rama – forse non sarà corretto verso di te ma mi sembra che stai facendo qualcosa di molto importante passando da un sovranismo nazionale verso la ricerca di un sovranismo europeo, nel senso che l’Europa deve svegliarsi e capire come deve muoversi per le prossime generazioni”. In quest’ottica, Rama ha evidenziato che con l’accordo con l’Albania, l’Italia “non sta cercando di trasferire il problema ma sta cercando di allargare lo spazio per gestire questo percorso mentre tratterà questo problema”. Per Edi Rama è “pretenzioso” affermare che l’accordo tra Italia e Albania sui migranti sia “una soluzione”, ma è “uno sforzo per trovare soluzioni dove è chiaro che la Ue non riesce a capirsi sulla soluzione e l’origine del problema”, ha ribadito il Premier albanese, sottolineando come l’origine del problema affondi le sue radici nella “storia dei rapporti tra Africa e Europa”. Ha anche ricordato che in Europa c’è “un problema demografico, non c’è voglia di fare bambini”, e quindi c’è il problema di “dove si trova la manodopera”. “La nostra, anzi la vostra forza sta riducendosi”, ha espresso, sottolineando il fatto che l’Albania non è ancora entrata nella Ue, con la sua candidatura, decisa nel 2014, tenuta “in ostaggio” da alcuni Paesi contrari come l’Olanda. Per il Premier albanese, quindi, l’Europa deve “cambiare approccio sull’immigrazione”, deve “combattere” quella gestita da “poteri e organizzazioni criminali” per fare in modo che sia amministrata “dalle istituzioni” per “portare in modo regolare persone che lavorano”. E inoltre “voglio chiarire un’altra cosa, con Giorgia abbiamo un rapporto fraterno, ci sono quelli che pensano che questo non deve essere così, ci sono quelli che pensano che io non dovevo venire qui, ho avuto un dialogo con il nostro partito socialista europeo, per loro era impensabile che io avessi accettato di venire qui”, ha affermato Edi Rama nel suo intervento ad Atreju, in cui ha sottolineato che è “importante comunicare con un’altra famiglia politica” perché “la qualità della democrazia non si basa su quanto siamo d’accordo ma sul modo in cui siamo capaci di gestire i disaccordi”.

In attesa della decisione della Corte Costituzionale albanese Rama può solo ripetere i suoi buoni propositi di cooperazione con l’Italia per la questione migranti. Sta di fatto che, silenziosamente, ad Atreju viene ripetuto il concetto della bassa natalità interna e della necessità di manodopera.

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