In vista dell’apertura del decreto flussi organizzazioni agricole, Spisal e Crea fanno il punto in un incontro a Padova
l numero di lavoratori stranieri in agricoltura continua a crescere: in Veneto in vent’anni il totale di occupati arrivati da altri Paesi è triplicato: oggi sono oltre 40 mila gli immigrati assunti come stagionali, dei quali oltre il 65% extracomunitari, con una predominanza di cittadini africani. La richiesta di manodopera straniera non fa che crescere, soprattutto nel settore agricolo, dove le aziende negli anni si sono via via ingrandite e specializzate, con maggiori superfici da coltivare e un crescente ricorso a lavoratori salariati. E gli stranieri sono in costante aumento, soprattutto quelli extracomunitari che necessitano però di una adeguata rete di accoglienza e formazione. In previsione del” click day” del decreto flussi del prossimo 12 dicembre, quando verranno presentate le domande per l’ingresso di 82.550 mila lavoratori stranieri, nella sede di Coldiretti Padova si è tenuto un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni agricole provinciali, dello Spisal dell’Usl 6 Euganea e del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura, per fare il punto sulle iniziativa di formazione e informazione dei lavoratori immigrati che saranno inseriti nel settore primario, a partire dai temi riguardati la sicurezza nei luoghi di lavoro insieme agli aspetti contrattualistici e agli adempimenti per le imprese.
“Stiamo assistendo ad una progressiva trasformazione del mondo del lavoro – ha dichiarato il direttore di Coldiretti Padova Giovanni Roncalli introducendo l’incontro – che va gestita anche sul fronte della manodopera straniera attraverso un sistema virtuoso di accoglienza e ad una gestione attenta alle esigenze e alle aspettative delle nostre imprese. E’ importante affrontare il tema della disponibilità di manodopera con una gestione dei flussi più efficiente partendo dal decreto triennale che abbiamo fortemente sostenuto e che può dare una grande mano tenendo conto che non solo si passa dalle 42 mila unità di lavoro stagionale alle 82 mila del 2023 fino alle 90mila del 2025 ma soprattutto che le quote riservate alle associazioni agricole per i loro soci passano dalle 22.000 unità dell’anno scorso e raggiungono le 40.000 quest’anno, assicurando alle nostre imprese la certezza di poter avere a disposizione lavoratori regolari e di non subire la concorrenza sleale di chi sfrutta le persone”.
Barbara Bimbati del Crea Politiche e bioeconomia ha fornito le dimensioni dell’impiego dei lavoratori stranieri nel comparto agricolo: “Il numero delle imprese continua a calare mentre in vent’anni la superficie media è raddoppiata, arrivando agli attuali 10 ettari. Rispetto al 2010 le aziende viticolte sono aumentate del 30% mentre i seminativi restano stabili e occupano i due terzi della superficie agricola regionale. Nel 2020 il 44 per cento delle aziende agricole venete impiegava manodopera salariata e si assiste ad un elevato ricorso alla manodopera straniera. I lavoratori provenienti dai paesi extra Ue e in particolare dall’Africa e Asia hanno raddoppiato la loro presenza negli ultimi anni. I comparti maggiormente interessati sono l’orticoltura, la frutticoltura e la viticoltura. Tra le criticità la non conoscenza della lingua italiana e l’assenza di politiche di accompagnamento. Per contrastare i rischi del caporalato, tutelare i lavoratori e le aziende è nata la rete del lavoro agricolo di qualità che però coinvolge ancora una piccola parte delle aziende agricole. Invece è necessario riconoscere l’impegno delle aziende che aderiscono”.
Giuliano Caccin, coordinatore dei tecnici della prevenzione Spisal dell’Usl 6 Euganea ha sottolineato il ruolo fondamentale della formazione e informazione nell’ambito della salute e della sicurezza sul lavoro dei lavoratori immigrati. Da questa necessità è cominciato su iniziativa delle organizzazioni agricole il progetto di formazione aggiuntiva per i lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura, presentato da Domenico Gallimberti di Impresa Verde Coldiretti Padova: alcuni lavoratori immigrati saranno formati per poi fare da mediatori culturali nei corsi con i tecnici di Coldiretti, Cia e Confagricoltura per la formazione aggiuntiva dei lavoratori extracomunitari. Stefania Marandino di Coldiretti Padova ha fatto infine il punto sui dettagli del contratto collettivo di lavoro per gli operai agricoli.