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Strappa la carta, Conte.

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A proposito di ieri , politicamente parlando.

Schlein e Conte ritirano firma da provvedimento

E’ un discreto showman Giuseppe Conte, soprattutto quando parla di salario minimo e strappa fogli A4. M a anche Elly non scherza.

ELLY SCHLEIN PARLAMENTARE EUROPEA

Il leader del Movimento 5 Stelle strappa con un gesto davvero eclatante ( ma già ripetuto da altri prima di lui) alla Camera il testo della Legge Delega sulla retribuzione dei lavoratori che ieri è giunto a Montecitorio. E anche gli altri leader ritirano la firma dal testo sul salario minimo, dopo che la maggioranza ha bocciato l’emendamento dell’opposizione che mirava a riscrivere il testo della Commissione Lavoro e introdurre la retribuzione minima da 9 euro l’ora. «È vergognoso il tentativo del governo Meloni di sfilare dal Parlamento la discussione sul salario minimo e la proposta unitaria delle opposizioni», accusa la simpaticissima anchorwoman Elly Schlein( complimenti alla sua personale shopper, non ha bisogno di salario minimo), la quale dichiara «la volontà di togliere la mia firma da questa proposta di legge», perché questa «non è più la proposta di salario minimo delle opposizioni: la maggioranza ha svuotato la proposta di ogni significato con la consueta arroganza. Togliamo le nostre firme: non nel nostro nome state tradendo le attese dei lavoratori».

Poi c’è Conte, che della soglia minima per legge ne aveva fatto un vessillo identitario, insieme al reddito di cittadinanza, in difesa dei poveri. E ieri ha ripeso il concetto: «Oggi Giorgia Meloni e soci tolgono la maschera: votano no al salario minimo legale. Con la stessa arroganza con cui fermano i treni dei Ministri, oggi fermano la speranza di quasi 4 milioni di lavoratori pagati 3 o 4 euro l’ora a cui avremmo potuto aumentare lo stipendio».

” Questa battaglia è stata rallentata, ma noi la vinceremo, questo paese è con noi!” conclude nel suo intervento Conte alla Camera .

Conte promette ritiro della firma dalla proposta di legge perché «stravolta» dalla maggioranza. «Ne hanno fatto carta straccia. Per questo ritiro la mia firma. Non lascio il mio nome e quello del M5S su un provvedimento che non è più il salario minimo legale: non calpesteranno i lavoratori sottopagati in nostro nome». Ma «la battaglia non finisce. Sono convinto che la vinceremo nel Paese».

Risponde il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti: «Quando si dice ritiriamo la firma si fa un atto di esclusiva natura politica, perché sotto gli effetti regolamentari non ha alcuna funzione, non ha alcuna speranza, non ha alcun effetto, ha effetto per andare al telegiornale».

Comunque Nikita Chruščëv era più divertente

La politica è, in Italia, 99% propaganda.

Resta da capire cosa sia il restante 1%.

Dimenticavo un dettaglio. Mi chiedo che fine facciano le scartoffie scartate(!). Ricicleranno anche quelle di Conte?

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