Meena Kumani ha tentato invano salvarsi, ma è stata raggiunta sulla soglia di casa dal marito Onkar Lal ed è stata colpita nuovamente e più forte con una mazza da cricket, sport tradizionale in India. La teneva in casa, riposta nel porta ombrelli all’ingresso, come oggetto legato alla propria identità d’origine. Ed invece quell’oggetto è diventato l’arma dell’ennesimo delitto con il quale una donna viene uccisa. E’ accaduto nella periferia di Salsomaggiore Terme, zona collinare.
Le liti si erano già verificate e la donna aveva già subìto violenze ma non aveva mai denunciato.
Dopo averla colpita più volte l’uomo l’ha trascinata nella loro casa di via Trento e, incurante dei familiari, ha continuato ad avventarsi ferocemente su di lei. Il colpo finale, in pieno viso, è avvenuto sotto gli occhi di una giovane donna carabiniere, fuori servizio, intervenuta per bloccarlo. La Carabiniera Noemi Schiraldi ha dichiarato: “Stavo passando per strada ed ho sentito delle grida provenire da quella abitazione, appena entrata ho visto l’uomo che stava colpendo la donna sul volto, mi sono qualificata, gli ho intimato di allontanarsi e di gettare la mazza. Non ha opposto resistenza, io allora ho atteso l’arrivo dei miei colleghi e mi sono assicurata che stesse arrivando il 118”. Purtroppo per Meena Kumani era già tardi.
Apparentemente era una famiglia tranquilla. I conoscenti descrivono l’uomo come un “nonno affettuoso”. Ma evidentemente questa era solo una facciata. E’emerso che marito e moglie litigavano spesso in casa e lei aveva confidato a conoscenti di avere subito violenze dal marito. Una volta, hanno raccontato i vicini, si sarebbero presentati anche i Carabinieri, ma Meena Kumani non hai mai presentato denuncia.
Salsomaggiore Terme è rimasta sotto choc per l’accaduto. Meena era conosciuta nella cittadina termale, effettuava le pulizie in alcuni negozi del centro ed era anche apprezzata per la sua professionalità.
Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa ha dichiarato(presso la AdnKronos):”I femminicidi non si fermano, ma non facciamo neanche niente per fermarli. Oltre a dire denunciate, parlate, cosa facciamo per cambiare questa cultura? Perché è una questione culturale…Il femminicidio è la punta di un iceberg e sotto c’è tanta violenza e crisi culturale. Cosa stiamo facendo per far sì che cambi questa cultura ancora patriarcale e ottocentesca? Sono stufa di sentire di donne uccise e non facciamo nulla. Bisogna iniziare dalla scuola materna a insegnare certi valori, perché quando i ragazzi sono già grandi non ci si arriva”. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Procura di Parma Silvia Zannini. Gli inquirenti avrebbero già raccolto le testimonianze dei passanti che hanno visto l’uomo colpire la donna.