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La Sapienza: studenti caricati e confronto a senso unico

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Per il neo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, commentando le proteste all’università La Sapienza, “la polizia ha fatto in modo che una manifestazione autorizzata, quella che era in corso all’interno della Sapienza, si svolgesse liberamente”.

E a chi osservava che fossero stati manganellati gli studenti, ha risposto: “No, la polizia ha fatto in modo che non ci fosse l’assalto a una iniziativa che si stava svolgendo regolarmente”.

Ma cosa è accaduto alla Sapienza?

«Quando siamo arrivati alle 9 – continua Sofia, una studentessa della Sapienza– abbiamo trovato la facoltà blindata. L’accesso era bloccato dal cancello chiuso e dagli agenti schierati con caschi, scudi e manganelli».

«Volevamo contestare la presenza di Roscani e Capezzone in un convegno che giustifica l’attacco di quel poco di welfare che rimane – aggiunge Fabio, dello stesso Collettivo – Verso le 10 abbiamo iniziato una serie di interventi e il cortile si è riempito. Abbiamo deciso di contestare la chiusura fisica dell’ateneo apponendo gli striscioni sulle grate. La polizia ha reagito caricandoci per 15-20 minuti».

La rettrice Antonella Polimeni ha poi preso parola. Non con gli studenti ma con una nota: «Vista la particolare veemenza delle proteste di un gruppo di persone intenzionate a entrare in aula per interrompere il convegno, il dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma ha deciso di intervenire per garantire la sicurezza collettiva. L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi».

Il confronto appare però a senso unico. Se come ribadisce Polimeni il convegno di AU era «regolarmente autorizzato», lo stesso trattamento non è stato riservato all’iniziativa di venerdì 28 ottobre sul Kurdistan: ospiti la parlamentare curda svedese Aminah Kakabaveh (minacciata dal governo turco che ne ha chiesto ufficiosamente l’illegale estradizione alla Svezia in cambio del via libera all’ingresso nella Nato di Stoccolma), Moni Ovadia e il responsabile di Uiki, Yilmaz Orkan.

Si svolgerà all’esterno dell’università: la Facoltà di Scienze politiche non ha concesso aule. Il motivo addotto dal preside Tito Marci, secondo quanto verificato dal manifesto, è l’assenza di contraddittorio: necessario garantire anche le posizioni della Turchia per evitare incidenti diplomatici.

Fonti: tg com e Il Manifesto

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