Home Politica I partiti di centrodestra stringono sulle rispettive rose per il governo

I partiti di centrodestra stringono sulle rispettive rose per il governo

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Non ne era a conoscenza Giorgia Meloni, ma oggi Gianfranco Fini si è recato alla sala stampa estera, per una chiacchierata informale con i corrispondenti e ha difeso il presidente di Fdi a spada tratta. Nessun rischio di deriva e basta declinare il concetto di sovranismo in maniera strumentale: l’ex presidente della Camera ha fatto l’esempio della mossa della Germania che per fronteggiare il caro energia ha deciso di intervenire in maniera unilaterale. Lo ha deciso – il ragionamento – un socialdemocratico e non certo un esponente di destra.

Insomma, la tesi è che chi ha vinto le elezioni farà gli interessi del Paese senza far saltare l’Europa. Del resto la stessa Meloni intende evitare lo scontro e sta lavorando al dossier di raccordo con il governo.

“Anche oggi la difesa dell’interesse nazionale italiano, in un contesto internazionale sempre più complesso, è stata – hanno sottolineato fonti di Fratelli d’Italia – la stella polare del lavoro e dei contatti dalla leader di Fdi e dei suoi collaboratori”.

Sarà proprio Draghi a partecipare al Consiglio europeo fissato per il 20 ottobre: in riferimento ai principali vertici in programma nelle prossime settimane da via della Scrofa hanno ricordato “che non c’è alcuna volontà di creare fratture tra l’attuale governo e quello che verrà ma spiegano anche che i documenti che arriveranno a Bruxelles saranno il frutto del lavoro e degli approfondimenti dell’esecutivo ora in carica”.

L’attesa sulla formazione del governo e soprattutto sull’agenda che porterà avanti cresce giorno dopo giorno. Oggi Confindustria ha voluto in qualche modo suggerire la strada, avvertendo sui rischi della flat tax e sul tema dei preponsionamenti.

Fratelli d’Italia si è intestato un programma che punta alla flat tax incrementale e anche riguardo all’argomento pensioni pensa di incentivare la flessibilità in uscita ma senza fughe in avanti. “Non vedrei alcun problema” a fare la flat tax per le partite Iva fino a 100 mila euro “direttamente in legge di bilancio, allo Stato non dovrebbe costare più di tanto, sotto al miliardo”, ha detto il sottosegretario al ministero dell’Economia Freni a Restart.

La Lega comunque non intende arretrare su flat tax e pensioni. Il presidente di Fdi ha già spiegato quale sarà il suo metodo: cautela, coinvolgimento di tutti, unità. E anche sul governo consiglia “prudenza”. Basta, per esempio, con la contrapposizione tra tecnici e politici, la linea – riferisce una fonte parlamentari del partito – è che servono nomi di alto livello.

È questa la richiesta arrivata pure a Lega e Forza Italia. Per ogni ministero, insomma, servono figure che sappiano occuparsi con competenza dei dossier, a partire da quelli che dovranno gestire l’applicazione del Pnrr. In gioco non è solo il centrodestra ma il Paese, il ‘refrain’.

Per i dicasteri chiave è previsto, come da prassi, un confronto con il presidente della Repubblica ma il discorso sui nomi di alto profilo, osserva anche un altro esponente di Fdi, vale per ogni dicastero.

Per quanto riguarda i tecnici il nome per il Mef resta quello di Panetta ma figure provenienti dall’esterno potrebbero riguardare pure altri ministeri di peso. Uno dei nodi ancora da sciogliere riguarda il Viminale: Salvini, secondo quanto si apprende, non avrebbe rinunciato all’idea di tornare a ricoprire il ruolo di ministro dell’Interno e domani al Consiglio federale potrebbe ottenere il ‘mandato’ della Lega.

Dalla riunione che si terrà a Roma uscirà una rosa di nomi. Anche Berlusconi nell’ultimo incontro ha avanzato i ‘desiderata’ di FI, a partire dal nome di Tajani che sarà capodelegazione del partito azzurro.

Mercoledì sarà la volta di Fratelli d’Italia a riunire l’esecutivo nazionale. All’ordine del giorno “scenari e determinazioni alla luce del risultato delle ultime elezioni politiche”. Nei prossimi giorni dunque si accelererà il lavoro per la composizione della squadra. Un lavoro che va avanti insieme al dossier sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato.

Al momento uno degli schemi prevede l’assegnazione di una delle due Camere alla Lega e l’altra a FI ma a palazzo Madama c’è pure l’ipotesi che sia La Russa a poter presiedere l’Aula. Si tratta di un gioco ad incastro che potrebbe comprendere anche le presidenze di Commissioni e che andrà sciolto in tempi brevi. “Fate subito un governo”, la richiesta arrivata dagli industriali. 

AGI

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