La provincia italiana a maggior rischio corruttivo è Enna, seguita da Crotone, Palermo, Caltanissetta, Agrigento, Reggio Calabria, Catania, Caserta, Napoli e Siracusa. Milano guida invece la classifica delle province virtuose (seguita da Bologna, Modena, Ancona, Belluno, Trento, Parma, Monza-Brianza, Lecco e Padova) dove la probabilità per le imprese e per gli operatori del settore di incorrere in fenomeni di corruzione è più bassa.
A provare a misurare per la prima volta il rischio corruttivo lungo lo Stivale è stata l’Anac che ha messo insieme quattro parametri (livelli di istruzione, benessere economico, capitale sociale e criminalità su base provinciale) per partorire un valore (chiamato Indice composito di contesto) che prova a quantificare in modo oggettivo la situazione in ciascun territorio, abbandonando la logica della percezione soggettiva della corruzione che ha da sempre caratterizzato le tradizionali classifiche in materia.