L’omicidio della piccola Elena Del Pozzo a Mascalucia (Catania) presenta ancora diversi punti oscuri.
La mamma, Martina Patti, ha ammesso di averla accoltellata ma l’arma usata per porre fine alla bimba non si è ancora trovata. E poi, è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori, possibile che la donna abbia fatto tutto da sola? Per questo i carabinieri stanno ascoltando amici e parenti per capire se qualcuno abbia aiutato la ragazza. Nelle prossime ore l’autopsia su Elena “racconterà” gli ultimi istanti della sua vita dando qualche elemento in più a chi indaga.
Uccisa in casa o nelle campagne –
Anche il luogo dove Elena Del Pozzo è stata uccisa non è ancora chiaro. Martina Patti dice di averla prelevata da scuola, portata a casa a fare merenda con un budino e poi portata nelle campagne di Mascalucia dove l’ha ucciso e poi provato a seppellire il corpicino. Ma i carabinieri non sono convinti di questa versione. Per questo in casa della ragazza sono tornati i Ris per cercare possibili tracce di sangue. E se così fosse, si chiedono gli investigatori, può avere Martina Patti compiuto il delitto e poi tentato di far sparire le prove tutto da sola?
L’ipotesi del complice –
Un possibile complice che ha aiutato Martina Patti non nel delitto ma in tutto quello accaduto dopo. Oppure che non ha denunciato subito quanto saputo. I familiari di Martina sono stati sentiti diverse volte e per il momento tutti hanno dato versioni plausibili di quanto accaduto.
Elena seppellita seminuda –
Quello che sembra invece più chiaro è il movente che si è andato a delineare. Martina, pur volendo bene alla propria bimba, non accettava che il suo ex compagno si fosse rifatto una vita con un’altra donna. E nei primi interrogatori Martina Patti ha tentato di addossare la colpa ad Alessandro Del Pozzo, papà di Elena. Ha detto che il commando di rapitori volevano punire lui. Poi, un particolare agghiacciante: il cadavere di Elena è stato trovato seminudo. Forse voleva inscenare anche una violenza sessuale?
Si teme per la vita di Martina –
Ora Martina Patti è in carcere in attesa della convalida del fermo. Sorvegliata a vista perché il timore è che possa togliersi la vita. Il suo avvocato continua a ripetere che lei non si è resa conto di quanto stava facendo e che solo adesso sta realizzando quello che ha compiuto sulla sua bambina. Nel frattempo la comunità di Mascalucia e non solo si è scagliata contro la madre omicida con messaggi di odio, sui social, molto duri. Sul caso è intervenuto anche l’arcivescovo metropolita di Catania, mons. Luigi Renna, nella sua omelia della messa celebrata alla chiesa San Vito di Mascalucia, che ha detto: “Facciamo silenzio e rispettiamo il dolore. Guardiamo con grande senso di responsabilità a quello che può accadere a chiunque, in circostanze estreme. Ci permettiamo solo di aggiungere al silenzio un invito, quello ad usare misericordia. La vendetta non può riportare in vita la piccola Elena. I sentimenti, pur comprensibili, di rabbia e di astio, non daranno pace a nessuno”.
Fonte: TGCOM 24