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Dm 71. Il Ministero tenta di convincere la Campania. Ma per ora De Luca non cede!

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Dopo la mancata intesa in Stato-Regioni lo scorso 30 marzo il Ministero della Salute sta cercando di far tornare sui propri passi la Regione Campania che ha bloccato l’iter del Dm 71 sugli standard per l’assistenza territoriale denunciando come non vi sia garanzia sulle risorse per l’attuazione della riforma. Il provvedimento è infatti stato messo all’ordine del giorno della Stato-Regioni del 13 aprile e anche venerdì scorso c’è stato un incontro con le Regioni per tentare di arrivare ad un accordo senza far procedere unilateralmente il Governo.

In una nota a firma del capo di Gabinetto di Lungotevere Ripa Tiziana Coccoluto il Ministero guidato da Roberto Speranza ricorda come “l’entrata in vigore del regolamento costituisce una specifica milestone europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza e deve avvenire entro la data del 30 giugno 2022”.

Ma non solo, il Ministero ha ribadito che “il documento diramato nella sua ultima stesura rappresenta il punto di sintesi più avanzato di un lavoro di revisione e adeguamento condotto in costante confronto con gli interlocutori regionali che ha permesso di conseguire una posizione unanime in merito alla gradualità nell’implementazione degli standard e dei modelli organizzativi, in relazione alle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente. In un contesto di leale collaborazione tra tutti gli attori istituzionali è stata altresì prevista l’istituzione di uno specifico Tavolo di lavoro, ad iniziativa di questo Ministero, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, per monitorare l’attuazione del decreto nella prospettiva di valutare le eventuali esigenze organizzative da accompagnare con consequenziali interventi normativi”.

Con specifico riguardo al versante finanziario, il Ministero ricorda che “è stato ampiamente descritto come il percorso implementativo della riforma si fondi su tre fonti di finanziamento adeguate ad assicurarne la sostenibilità a regime: si fa riferimento alle risorse stabili del fondo sanitario nazionale, incrementate ad opera del decreto-legge n. 34 del 2020, delle risorse finalizzate a valere sul fondo, stanziate dall’art. 1, co. 274 della legge di bilancio 2022 e, infine, dalle risorse rivenienti dal PNRR per il finanziamento della Component 1 relativamente al progetto “Casa come primo luogo parte di cura – Assistenza Domiciliare”. Peraltro, al fine di garantire la completa attuazione della Riforma, il Governo si è altresì impegnato, all’esito dei lavori del suddetto Tavolo, a reperire gradualmente e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le risorse eventualmente necessarie a consentire la completa attuazione del decreto”.

Per questo nella nota si evidenzia che “in considerazione dell’ampiezza e dell’innovatività di intervento insiti nella realizzazione del nuovo modello della rete di assistenza territoriale del Servizio Sanitario Nazionale, è indispensabile fare appello all’impegno leale e sinergico di tutti i livelli istituzionali coinvolti per il raggiungimento della massima concertazione possibile. A tal fine, in omaggio al principio di leale collaborazione nell’interpretazione offertane dalla costante giurisprudenza costituzionale e tenuto conto che l’entrata in vigore del Regolamento è oggetto di specifica milestone prevista dalla programmazione euro-unitaria da raggiungere entro il 30 giugno 2022, si propone di valutare l’attivazione di ogni possibile iniziativa di composizione, nelle forme di riunioni tecniche o incontri mirati per l’ulteriore discussione del provvedimento in oggetto con l’obiettivo di raggiungere l’unanime intesa in sede di Conferenza”.

Ma a quanto si apprende durante l’incontro dell’8 aprile la Campania avrebbe mantenuto la sua posizione contraria nonostante le rassicurazioni verbali. I tempi sono strettissimi ma si lavorerà fino all’ultimo minuto utile per raggiungere l’intesa.

Quotidiano Sanità

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