Quattro morti in poche ore. Tra la notte di lunedì 24 e la mattina di martedì 25 marzo si è consumata una strage con quattro vittime in quattro città diverse: Napoli, Pordenone, Orvieto e Mantova. Il bilancio del 2025 è già in rosso.
Dal 2021 al 2024, 4.442 persone hanno perso la vita sul lavoro in Italia. Il settore delle Costruzioni è quello in cui si conta il maggior numero di decessi con 564 vittime. Le zone con il rischio più alto sono al Centro e al Sud.
Nicola Sicignano, 50enne dipendente di una ditta di smaltimento rifiuti, è morto per un incidente avvenuto ieri sera (lunedì 24 marzo) a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli. Secondo una prima ricostruzione, l’operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro. L’uomo, nato a Vico Equense, era regolarmente assunto dalla SB Ecology srl. Sicignano era sposato e aveva due figli.
Daniel Tafa, operaio 22enne, ha perso la vita durante il suo turno di lavoro alla Stm Srl, un’azienda in Via Monfalcone a Molino di Campagna (Maniago) specializzata nello stampaggio a caldo di ingranaggi industriali in acciaio. Il ragazzo era nato a San Vito ed era residente a Vajont (Pordenone). Erano le 1.30 di notte quando stava operando su una macchina per stampeggio, quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena uccidendolo all’istante. La salma, su disposizione del magistrato di turno, è stata portata all’ospedale di Pordenone. L’impianto è stato posto sotto sequestro.
Umberto Rosito, operaio 38enne di una ditta che stava svolgendo dei lavori in strada, ha perso la vita in un incidente sulla Autostrada del Sole, tra i caselli di Orvieto e Fabro, in direzione Firenze (chilometro 466). Un autoarticolato, che secondo le fonti locali trasportava alimenti ed era condotto da un 34enne di origini tunisine, con la parte destra ha colpito Umberto, uccidendolo sul colpo. L’uomo, sposato e con una figlia di appena 3 anni, era originario di Corato (Bari) ma da tanti anni abitava a Orvieto. Fra le ipotesi all’origine del tragico sinistro c’è anche il colpo di sonno da parte del trasportatore 34enne, che è risultato negativo al test anti droga.
Appena un’ora prima Franco Cordioli, agricoltore 70enne e da qualche anno in pensione, è morto per un malore mentre lavorava nella Marconi Vivai, l’azienda agricola di Roverbella (Mantova). L’uomo residente a Valeggio sul Mincio (Verona) si è presentato nel vivaio per dare una mano. Poco dopo aver messo in moto il trattore si sarebbe accasciato sul mezzo agricolo, dove la moglie lo avrebbe trovato.
Un triste bilancio
L’Italia ha registrato un incremento preoccupante delle morti sul lavoro, confrontandolo con il 2024. Come indicato dall’Inail, sono diminuiti gli infortuni sul lavoro (-1,2%) ma sono aumentati i decessi (+36,4%) nel confronto con gennaio 2024. Sono state 45 le denunce di infortuni in occasione di lavoro con esito mortale, 12 in più rispetto all’anno precedente, e 14 le denunce di infortuni in itinere con esito mortale, due in più rispetto al 2024. I numeri negli ultimi mesi sono continuati a crescere.
Sembra anacronostico, ma nel 2025 si muore sul lavoro, che dovrebbe essere la fonte della propria sussistenza.
I governi che si sono avvicendati negli anni hanno fatto ben poco per poter analizzare questo triste fenomeno che miete vittime quasi quotidianamente. Certo, sono state pubblicate diverse leggi in materia di sicurezza, ma nemmeno con l’aiuto dei sindacati si è arrivati ad un vademecum che possa illustrare la situazione in Italia e che regolamenti i comportamenti cui attenersi in ragione delle specifiche mansioni.
(Fonte: Corriere Adriatico)