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20 Marzo 2025: Equinozio di Primavera

L’Equinozio di Primavera 2025 cade il 20 marzo e sarà così ancora per molti anni. Anche se siamo stati abituati a far coincidere questo evento astronomico con il 21 marzo, c’è un motivo per cui questa data è ormai un ricordo lontano ed è legato all’organizzazione del calendario gregoriano.

L equinozio è uno dei due istanti in cui il giorno è equamente diviso in 12 ore di luce e 12 ore di buio ovunque nel mondo e cade tra il 19 e il 21 marzo dando ufficialmente inizio alla primavera nell’emisfero boreale e all’autunno nell’emisfero australe (dal 2008 cade il giorno 20 marzo e non 21 marzo). L’altro di questi momenti è l’equinozio d’autunno che cade tra il 21 e il 24 settembre e quest’anno arriverà il 22 settembre alle 19:19 italiane, segnando l’inizio ufficiale dell’autunno nell’emisfero boreale e della primavera nell’emisfero australe. Pochi giorni dopo l’equinozio di primavera ci sarà un altro appuntamento annuale collegato alla primavera: il ritorno dell’ora legale previsto in Italia il 30 marzo 2025 alle 2:00 di notte.

Oggi, 20 marzo, è l’Equinozio di Primavera,  il momento che segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera astronomici. A molti la data può sembrare insolita, perché per anni siamo stati abituati a pensare che ‘Equinozio di Primavera fosse il 21 marzo. Eppure dobbiamo farci l’abitudine perché questa data appartiene ormai al passato (almeno per chi vivrà nel ventunesimo secolo).

Per comprendere il perché l’Equinozio di Primavera non si verifica più il 21 marzo, bisogna sapere che in realtà questo evento non ha una data fissa, ma può variare tra il 19 e il 21 marzo. Non solo, dal 2000 in Italia questo evento è stato il 21 marzo solo due volte, nel 2003 e nel 2007, e non si verificherà mai più in questa data in tutto il ventunesimo secolo. Il prossimo Equinozio di Primavera che cadrà il 21 marzo sarà infatti nel 2102. Ma a cosa si deve questa “novità”? Le ragioni risiedono in realtà nell’organizzazione stessa del nostro calendario.

Perché l’Equinozio di Primavera non è il 21 marzo
Le origini di questa apparente contraddizione risalgono addirittura al 1582, quando è stato adottato il calendario gregoriano. Quest’ultimo infatti ha stabilito che l’anno duri 365 giorni, più o meno quanto l’anno solare con alcune anomalie. È in quel “più o meno” che va ricercata la risposta al perché l’Equinozio di Primavera ha una data variabile.
L’anno solare infatti, ovvero il tempo che impiega la Terra a compiere un giro completo attorno al Sole (moto di rivoluzione), dura esattamente 365,2422 giorni (all’incirca 365 giorni e 6 ore), un po’ di più rispetto al nostro calendario. Per correggere questa differenza, il calendario giuliano – quello introdotto da Giulio Cesare – inventò gli anni bisestili. Ovvero è stato stabilito che ogni quattro anni, il mese di febbraio duri un giorno di più (29 giorni), in modo da recuperare le circa 24 ore di differenza accumulate rispetto all’anno solare (sei ore per quattro anni).

Il National Geographic
Tuttavia anche in questo modo – spiega il National Geographic Italia – i conti non tornavano perfettamente, dato che “il quarto di giorno che l’anno bisestile aggiunge ogni anno è un po’ più lungo del giorno rimanente dell’anno solare di 0,242”. In questo modo infatti, l’anno civile risulta comunque 11 minuti più lungo rispetto all’anno solare. Ecco perché per correggere questa anomalia è stata introdotta una soluzione che in pochi conoscono perché capita davvero raramente: saltare gli anni bisestili divisibili per 100 (come il 1700, il 1800, il 1900 e il 2100), almeno che non siano divisibili anche per 400. Quest’ultima rarissima circostanza si è verificata nel 2000, che quindi è stato un anno bisestile.

In sintesi, questa discrepanza temporale, per quanto minima, tra anno solare e anno gregoriano, causa un progressivo slittamento della data di equinozi e solstizi, motivo per cui l’Equinozio di Primavera non si verificherà più il 21 marzo fino alla fine del secolo. Potrà invece capitare il 19 marzo, ma la prima volta che succederà è ancora molto lontana: sarà nel 2044.

 

“Una rondine non fa primavera”

 

L’antico adagio è in latino :”Una hirundo non facit ver”

Ma, andando indietro nel tempo, troviamo questa identica frase nell’Etica Nicomachea di Aristotele:

Μία χελιδὼν ἔαρ οὐ ποιεἶ

Il grande filosofo greco infatti scrisse:

Come una rondine non fa primavera, né la fa un solo giorno di sole, così un solo giorno o un breve spazio di tempo non fanno felice nessuno.

Le rondini, com’è noto, migrano a primavera dall’Africa e il loro arrivo segna l’inizio della bella stagione e la fine dell’inverno.

Le rondini, tuttavia, volano in stormi e quando sopraggiungono lo fanno tutte insieme, affollando il cielo in grandi gruppi. Dunque avvistare una sola rondine in volo non può essere presagio di primavera né tantomeno di buon auspicio. Una rondine solitaria è un fatto insolito, e la sua presenza potrebbe indicare che è andata fuori rotta o magari si è persa allontanandosi dallo stormo. Un solo esemplare in volo dunque è un caso raro e non può rappresentare la prova che l’agognato passaggio di stagione sia avvenuto.

Ecco quindi spiegato il detto: è vero che una rondine non basta a far primavera. Queste parole sono anche un saggio invito a guardarci dalle vane illusioni o dagli entusiasmi repentini che si accendono all’improvviso e poi, il più delle volte, si risolvono in niente.

 

(Fonti: Fanpage, Geopop)

 

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