Torna a Roma la protesta dei trattori, questa è la prima del nuovo anno. Sono 23 i trattori arrivati da Torrimpietra nella Capitale. Una parte del corteo motorizzato, composto da una delegazione di mezzi provenienti da Lazio, Emilia Romagna e Toscana, si è prima fermato a Piazza Irnerio e, poi, ha ripreso la via Aurelia per raggiungere gli altri mezzi che si erano fermati al parcheggio di Pam Panorama.

La delegazione è guidata da Salvatore Fais(sopra, in foto), socio fondatore di Agricoltori italiani. “Sua santità mi aspetta”, si legge su un trattore che manifesta l’intenzione di portare il messaggio al Papa in occasione del Giubileo. Su un altro mezzo è attaccato un cartello con su scritto “ci volevate schiavi, ci trovate ribelli, difesa dell’agricoltura italiana”, e ancora un altro messaggio che ha il triste sapore di una premonizione “la nostra fine sarà la vostra fine”(in foto di copertina).

Per evitare un’eccessiva congestione del traffico si era deciso che dentro la città entrasse solo una parte della delegazione. Davanti ai mezzi alcuni agricoltori a piedi guidano il corteo, scortato (ovviamente)della forze dell’ordine. Al termine della manifestazione i trattori faranno rientro a Torrimpietra.

Le motivazioni della protesta

“Non abbiamo ottenuto nulla dal governo” attacca, parlando con l’Adnkronos Fais. “Le motivazioni sono le stesse dell’anno scorso. L’agricoltura è penalizzata rispetto alle multinazionali e penalizzata dalla burocrazia, costi di produzione alti, nessun intervento sul grano, il problema alluvioni su cui bisogna intervenire…”.

Le richieste dei trattori restano dunque le stesse, altro che dazi: “I dazi non ci preoccupano perché il prodotto italiano è pregiato e ha mercato, il problema semmai è il mercato interno nazionale, il made in Italy costa troppo e va ritrovato il giusto equilibrio tra produttore e grande distribuzione organizzata”, sottolinea Fais.

Piena solidarietà con Fais e coloro che protestano. Non vorrei passare per fisiocratico, ma è la terra e le sue risorse la vera ricchezza di una nazione, e noi italiani possiamo vantare una ricchezza enogastronomica di tutto rispetto nel panorama mondiale, ma ahinoi, vuoi per indolenza e corruzione delle classi politiche che si sono succedute negli anni passati fino ad oggi, agricoltura ed allevamento sono stati “bistrattati” dai governi, quando poi, in realtà, quello che ci contraddistingue è proprio un’alta qualità e versatilità di prodotti, che vanno rivalutati.

Oro, bitcoin, titoli azionari e quant’altro non valgono un tozzo di pane casareccio o una patata biologica. Tenetelo presente. Senza cibo si diventa schiavi di altri nazioni.

 

(Fonte: ADNKronos)

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.