Sul web pubblicizza eventi, concerti, feste private con protagonista se stesso. Eppure il cantante neomelodico Daniele De Martino, nome d’arte di Agostino Galluzzo, è risultato sconosciuto al fisco nonostante gli investigatori abbiano definito «enormi» le sue disponibilità finanziarie dopo averle quantificate in circa 850mila euro per 6 anni d’attività “canora” proprio grazie agli indizi lasciati dall’artista di Palermo sui social media.
Oggetti di lusso accumulati
Al cantante attualmente sono stati sequestrati beni per 220mila euro, tra cui orologi numerosi Rolex, gioielli e denaro contante, nell’ambito dell’operazione denominata ” Sold out”, condotta dalla Guardia di Finanza su ordine del Gip. I militari hanno raggiunto De Martino durante un concerto a Napoli. Anche il padre di Daniele De Martino è stato denunciato, con richiesta di relativo sequestro, per aver percepito tra il 2019 e il 2022 40mila euro di reddito di cittadinanza dichiarando nella richiesta del sussidio che il figlio fosse disoccupato.
Il cantante era stato destinatario di misure di prevenzione personali, come divieti del questore che gli impedivano di accompagnarsi a soggetti socialmente pericolosi. In diverse occasioni gli era stato proibito di esibirsi dal vivo in quanto tema centrale delle sue canzone era una palese difese del “vivere fuori dallo Stato”, ossia il lussuoso e pericoloso stile di vita delle organizzazioni criminali e dei loro affiliati. Il neomelodico pubblicizzava attraverso i propri profili social come Tiktok centinaia di concerti e feste private, senza avere mai di fatto aperto una partita Iva. Era molto attivo su siti e App del settore dove aveva caricato diversi album e video musicali sempre con lo stesso tema.
Proprio i profili social sono stati utili ai militari delle fiamme gialle per ricostruire l’iter dei compensi percepiti, quantificati in quasi 850 mila euro in 6 anni di attività. Inoltre, per le annualità 2018, 2019 e 2021, il cantante avrebbe omesso la dichiarazione dei redditi e per questo è stato denunciato. Da qui la denuncia e la misura del sequestro per le imposte mai versate.
A “fregarlo” sarebbe stato il contenuto informatica di una “pendrive”, infatti al suo interno sono stati rinvenuti diversi video che lo incastrerebbero: in particolare, si legge nell’ordinanza del gip Paolo Magro, l’uomo sarebbe stato filmato con una mazzetta composta da numerose banconote da 50 euro. Da dove vengono quei soldi? È questa la domanda che si sono posti i finanzieri, considerando che De Martino – pur essendo particolarmente attivo e impegnato – non avrebbe avuto neanche una partita Iva. I file trovati dagli inquirenti risalirebbero al 2020 e al 2021 e dimostrerebbero, come dice il giudice che ha disposto il sequestro di circa 200 mila euro, “le enormi disponibilità economiche ben compatibili con l’entità dell’evasione fiscale contestata” al cantante.
Il crimine non paga, nemmeno osannandone lo stile con canzoni e video musicali. E se paga in tal senso, le tasse sono sempre dovute.
Chissà, magari dopo questa esperienza, De Martino realizzerà un singolo o un videoclip a tema.
(Fonti: Leggo.it, Palermotoday.it)