Giornata mondiale di prevenzione dello spreco alimentare

Il 5 febbraio 2025 è la Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Ogni anno si cerca di sensibilizzare quanto il cibo sia fonte di vita e sussistenza, tentando di educare le persone a non sprecare alimenti e generi di prima necessità e ricordare alle istituzioni e all’opinione pubblica il problema delle enormi quantità di cibo ancora commestibile che finiscono purtroppo in discarica.

5 febbraio, giornata Nazionale contro lo spreco alimentare. Era il 2014 quando venne istituita dal Ministero dell’Ambiente con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.

I dati raccolti da recenti studi meritano una attenta riflessione. Secondo la FAO, oltre 1/3 del cibo prodotto nel mondo viene perduto. Gli alimenti vengono sprecati lungo l’intera catena di approvvigionamento alimentare: si parte dall’azienda agricola, per poi passare alle successive fasi legate alla trasformazione e alla lavorazione, per poi procedere nei negozi, nei ristoranti e nelle case di ognuno di noi. All’ opposto, la fame nel mondo è in continuo aumento e attualmente sono  circa 820 milioni gli esseri umani che patiscono la denutrizione. Numeri spaventosi in una società civile, nell’anno 2024. Eppure, ogni anno vengono buttate nei rifiuti circa 1,3 miliardi tonnellate di cibo che potrebbe essere ancora commestibile. Mentre, lontano da noi, qualcuno sta morendo di fame nella disperazione più totale.

Oltre alla questione morale e alle coscienze di tutti, c’è un danno economico che si unisce a quello ambientale: lo spreco alimentare è causa di circa 4,4 miliardi di tonnellate di gas serra emesso nell’atmosfera e di un consumo di acqua pari a 170 miliardi di metri cubi.

Recenti studi hanno calcolato una media economica legata ad ogni famiglia italiana. Lo spreco di cibo, a livello domestico, in Italia, vale 4,9 euro a nucleo familiare. Moltiplicato per gli abitanti del nostro Paese, si arriva ad un impressionante cifra di 6,5 miliardi complessivi e un costo nazionale di circa 10 miliardi di euro. Ma la cosa  peggiora ancora di più secondo un’ulteriore analisi legata al biennio 2018 – 2019 che aveva la missione di indicare e valutare lo spreco nelle famiglie italiane con i test scientifici dei “Diari di famiglia”. In questo caso, la cifra aumentava arrivando a 8,70 euro di spreco alimentare settimanale per ogni nucleo familiare, per un costo complessivo di 11.500 miliardi di euro ogni anno.

Anche i generi alimentari prodotti rappresentano un “buco” planetario, come per la carne, che ad esempio, necessita di centinaia di litri di acqua per  la produzione di un solo kg. Da questo punto di vista il veganesimo è più che sostenibile, senza contare l’emissione di gas serra e l’implicazione morale della macellazione di carni animali.

Lo spreco alimentare riguarda quasi tutte le categorie di alimenti: in media, in tutto il mondo, gli ortaggi (25%), i cereali (24%) e la frutta (12%) sono gli alimenti più sprecati tra le mura domestiche. Per quanto riguarda lo spreco di cibo tra le famiglie, verdure, cereali e frutta sono seguiti da radici e tuberi (9%), latticini e uova (7%) e carne e pesce (6%) .

Dove andremo a finire? Le risorse non sono illimitate, e dobbiamo sperare che l’umanità non conosca la fame come nel film con Charlton Heston ,” I sopravvissuti”(Soylent green), dove la crisi alimentare porta a scelte drastiche per la nutrizione di massa.

(Fonti: quotidiano.net, WWF)

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.