Due petroliere russe contenenti “mazut”, un residuo del petrolio usato come combustibile di bassa qualità, si stanno inabissando nello stretto di Kerch, a otto chilometri al largo dalla costa della Crimea.
Lo ha reso noto il ministero delle Emergenze russo.
A bordo della Volgoneft-212 sono stivate circa 4.300 tonnellate di greggio quasi del tutto già riversato in mare, ha denunciato il canale Telegram Mash, solitamente bene informato e considerato vicino ai servizi di sicurezza russi. Si sarebbe già formata in mare una macchia di petrolio “mazut” di vaste dimensioni. Non è stato precisato quanto greggio imbarcasse la Volgoneft-239.
A bordo delle due navi-cisterna vi erano complessivamente 29 membri dell’equipaggio, 13 dei quali sono già stati tratti in salvo. Le operazioni di soccorso proseguono incessantemente. L’incidente nello stretto di Kerch è da attribuire a una tempesta che ha colpito la zona del Mar Nero interessata, ha reso noto in un comunicato l’Agenzia federale per il trasporto in mare e nelle acque interne russa.
Il Presidente Vladimir Putin ha ordinato l’istituzione di un «gruppo di lavoro» per gestire l’incidente ambientale. A guidarlo sarà il vice Premier Vitaly Savelev(sopra, in foto). Almeno un membro dell’equipaggio di una delle due navi risulta essere morto. Gli inquirenti ipotizzano una possibile negligenza con conseguenze penali. Nel 2007 un’altra petroliera della Volgoneft, la Volgoneft-139, era affondata spezzandosi in due tronconi, quando era ancorata al largo dello Stretto di Kerch. Aveva riversato in mare più di mille tonnellate di petrolio.
L’ennesimo disastro ambientale con protagoniste navi petroliere che riversano in acqua tonnellate di greggio, uccidendo la vita marina.
(Fonte: il Mattino, Telegram Mash)