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Siria: orrori di un regime

Si è soliti dire “scheletri nell’armadio” per intendere segreti mostruosi nascosti nell’intimità del guardaroba.

Ma in Siria non si parla di scheletri nell’armadio. No. In Siria ci sono migliaia di morti sepolti in fosse comuni, rinchiusi in sacchi, o addirittura gettati per strada.

Orrore.

La tv araba al Jazeera(“penisola”) ha mostrato quelle che sembrano sepolture sommarie coperte da pietre squadrate: si trovano in un terreno ampio quanto un campo da calcio nei sobborghi di Qutayfa, a un’ora in auto da Damasco. Sotto le pietre si aprono delle gallerie dove la telecamera ha ripreso decine di sacchi, simili a quelli impiegati negli obitori, ciascuno con un numero scritto sopra. Non ci sono nomi, solo cifre. Secondo l’emittente del Qatar lì sotto possono essere stati nascosti migliaia di corpi che appartengono ai desaparecidos (gli scomparsi) siriani, imprigionati negli anni della guerra civile perché ritenuti oppositori del governo di Bashir Assad e fagocitati dal vasto sistema di carceri e torture messo in atto dalla dittatura.

Secondo la Commissione internazionale delle persone scomparse i desaparecidos siriani sono oltre 150.000 , dispersi durante la lunga guerra civile o finiti nell’oblio delle celle del regime. Un altro luogo che gode di cupa fama, da cui ora affiorano storie e il sospetto dell’interramento di cadaveri è il distretto di Tadamon, a Damasco, in cui si vede, in un filmato, un uomo in divisa dell’esercito gettare un individuo bendato dentro una buca e sparargli.

Nella buca c’erano già altre persone uccise. Nella stessa area in queste ore sono state trovate ossa e resti umani. «Per anni abbiamo visto i soldati portare della gente in quel posto lì», hanno raccontato gli abitanti di Tadamon alla Reuters. «Sentivamo gli spari poi, nei giorni successivi, arrivava la puzza di carne bruciata».

L’umanità dunque ha imparato a ripetere la banalità del male, quella denunciata da Arendt, e adesso ecco che sbucano, come fiori maledetti, i morti, vittime innocenti, le ennesime, di un regime, l’ennesimo, in un mondo che alle soglie del 2025 è anacronistico per la sua malvagità.

Dunque la Storia si ripete in questi orrori, in infiniti genocidi che in ogni parte del mondo, in ogni epoca mietono milioni di vite alla fine del conto.

L’essere umano diventa cosi un numero seriale , senza più un nome, una identità. Non basta privare la vita, bisogna annullarla. E’ l’imperativo di tutti i regimi, l’epurazione totale di coloro che non fanno comodo ai propri interessi.

Assad non è altro che uno squallido criminale di guerra, come tanti altri prima di lui e come quelli che, in un altro luogo e tempo futuri, compiranno gli stessi orrori per mantenere il potere per sé e per i suoi seguaci.

(Fonte: La Repubblica)

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