AslimItaly

Omicidio Brian Thompson: scovato l’assassino

Si chiama Luigi Nicholas Mangione il killer che ha ucciso a sangue freddo il CEO di United Health a New York.

Chi è ? Perché lo ha fatto?

Un intervento mal riuscito alla schiena è forse il movente che ha generato l’omicidio perpetrato dal 26enne di origini siciliane  Luigi Nicholas Mangione .

In attesa delle prime parole in tribunale del presunto assassino, chi lo conosceva racconta il dramma personale di Mangione, un’esperienza sfortunata in ambito sanitario che gli ha cambiato la vita. Mangione era costretto a vivere con quattro viti enormi impiantate nella spina dorsale. Viti che gli procuravano grande dolore e difficoltà motorie anche per le azioni più semplici.

La foto ai raggi X di quelle viti è la foto di copertina di uno dei profili social di Mangione.(in basso)

L’operazione e i problemi: così è nata la follia omicida

Mangione era svanito da circa due settimane. Amici e famigliari non avevano sue notizie e ne avevano denunciato la scomparsa. Ieri, dopo l’ufficialità dell’arresto del 26enne, le prime parole della famiglia Mangione.

«Siamo devastati e sotto shock per l’arresto di Luigi», hanno fatto sapere i familiari in una dichiarazione diffusa da Nino Mangione, un cugino del ragazzo che ricopre il ruolo di deputato repubblicano al parlamento statale del Maryland. Nel comunicato i parenti di Luigi porgono le loro preghiere alla famiglia di Brain Thompson, il Ceo ucciso e chiedono al pubblico di pregare «per chiunque altro è coinvolto nella vicenda». 

Luigi – ha riferito al New York Times uno dei compagni del liceo – aveva tagliato i ponti con tutti dopo aver subito un intervento alla spina dorsale che non aveva apparentemente risolto i dolori cronici che gli impedivano di fare sport e di avere una normale relazione intima con le ragazze. 

Altri ex amici del liceo hanno detto che da geniale studente è diventato «assolutamente pazzo» dopo l’operazione.

Luigi Mangione è passato dall’essere uno studente di buona famiglia a carnefice delle corporation e idolo degli anti-sistema. La sliding door(porta scorrevole) della sua vita potrebbe essere stata proprio quell’intervento, che ha cambiato tutto dentro di lui. «Questi parassiti se la sono cercata, mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto», si legge su alcuni fogli che sono stati trovati addosso a Mangione dalla polizia, al momento dell’arresto in un McDonald in Pennsylvania.

Luigi Mangione è anche un fan di “Unabomber”(il bombarolo tristemente famoso) e aveva con sé una lettera: «Parassita, se l’è cercata».

Il nonno Nicholas( da cui ha preso il secondo nome), è stato muratore iniziando a lavorare a 11 anni, e ha costruito un piccolo impero immobiliare, con una catena di case di riposo, la Lorien Healthcare, una società di case di riposo e due diversi country club nell’area di Baltimore.

Adesso «si vedeva come un eroe che aveva finalmente deciso di agire contro le ingiustizie» del sistema sanitario privato e c’è la possibilità che qualcuno «lo consideri un martire di cui seguire l’esempio». Questo il giudizio della polizia di New York che ha analizzato il manifesto trovato con il giovane al momento dell’arresto. Luigi, secondo la lettura del manifesto da parte del dipartimento Intelligence e Antiterrorismo della polizia, considerava l’assassinio del capo del colosso sanitario come «un simbolico attacco e una diretta sfida alla presunta corruzione e ai giochi di potere» delle mutue private.

Difficile però capire come e perché il migliore studente della Gilman, scuola superiore privata del Maryland con una retta annuale di 35 mila dollari, sia arrivato a tanto. Diplomatosi nel 2016, a Mangione non mancava nulla: non solo è attraente e intelligente, ma è pure nato in una famiglia potente e benestante di Baltimora le cui fortune si devono soprattutto al sudore del nonno, Nicholas Mangione senior, arrivato dall’Italia senza un soldo. L’impero dei Mangione comprende alberghi, country club, una radio e una residenza per anziani da 36 milioni di dollari di fatturato annuo. Ricchezze che Luigi, tra le decine di nipoti di Nicholas (37 nel 2008), era destinato a ereditare e gestire.

Il delfino della dinastia Mangione dopo il diploma alla Gilman si è iscritto alla Università della Pennsylvania a Philadelphia – uno degli atenei della Ivy League ( la “lega d’edera”)– per studiare informatica. Alla UPenn aveva pure fondato un club per sviluppatori di videogiochi ed era membro del gruppo Discord i cui “soci” condividevano la passione per Among Us, un gioco in cui i partecipanti tentano di scoprire l’assassino che si nasconde tra loro. In quegli anni Mangione ha lavorato alla creazione del gioco Civilization VI passando poi l’estate 2019 a Stanford come assistente in Intelligenza artificiale. Nel 2020 è stato selezionato per lavorare presso TrueCar, un sito di rivendita di auto con sede a Santa Monica, California. Dopo due anni passati nel Golden State però qualcosa si è rotto.

Il licenziamento, i dolori lancinanti alla schiena e l’intervento malriuscito

Nel 2023 è infatti arrivato il licenziamento, sorte condivisa con un centinaio di altri dipendenti di TrueCar. Inoltre aveva cominciato a soffrire di mal di schiena tanto da essere costretto a sottoporsi a un complicato intervento chirurgico. A confermarlo alla Cnn è stato un ex coinquilino di Mangione. I due avevano vissuto insieme a Honolulu, Hawaii, dove il brillante informatico del Maryland si era trasferito per un semestre lavorando da remoto e dove risulta risiedere attualmente. Il problema alla schiena di Mangione era così grave, ha ricordato l’ex coinquilino, che lo aveva costretto a letto per una intera settimana dopo una lezione di surf. Una brutta batosta per un ventenne nel pieno delle forze e dal fisico scolpito.

Mai sottovalutare il dolore. Dal corpo passa all’anima scatenando la follia più improbabile. E’ questo il caso di Mangione, accecato da rabbia e sentimento di vendetta. La sua lucida follia lo ha portato a pianificare l’omicidio del manager, scelto come vittima esemplare di un atto di denuncia così violento e irrazionale.

(Fonti: Leggo, Lettera 43)

Exit mobile version