Una misteriosa febbre sta mietendo vittime nel Sud Est della Repubblica democratica del Congo: nel distretto di Panzi, su 400 infettati censiti, sono stati registrati 30 decessi, specialmente tra i bambini più piccoli. Un tasso di letalità preoccupante.
Adesso “spunta” un caso sospetto a Lucca, con il ministero della Salute che in un comunicato ufficiale riferisce che «presso l’Ospedale San Luca di Lucca è stato ricoverato un paziente di rientro dal Congo con sintomatologia influenzale potenzialmente riconducibile a quella descritta negli ultimi giorni nel Paese africano. La persona ricoverata dal 22 novembre è stata dimessa il 3 dicembre perché guarita».
Non ci sono particolari livelli di allarme, ma la guarigione non ferma le indagini sul potenziale patogeno.
E «stamane (domenica 8 M.C.) l’ospedale di Lucca ha informato l’Istituto Superiore di Sanità che sta monitorando la situazione in costante contatto con il Ministero della Salute». Lo dichiara Maria Rosaria Campitiello (sopra, in foto), capo dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze sanitarie del ministero della Salute. Aggiunge: «Il Ministero sta procedendo con i dovuti accertamenti e i campioni prelevati verranno prontamente analizzati dall’Istituto Superiore della Sanità».
Proprio ieri, sabato 7 dicembre, il ministero aveva alzato il livello di attenzione sul caso della misteriosa febbre del Congo (così ribattezzata anche se si tratta della Repubblica democratica del Congo, ossia l’ex Zaire). Dal Paese dell’Africa centrale all’Italia non ci sono voli diretti, e questo riduce ovviamente le possibilità di diffusione del contagio.
La febbre del Congo resta al momento misteriosa perché gli esperti internazionali non sono riusciti a isolarne il patogeno: non si esclude che l’alto tasso di letalità registrato nel distretto di Panzi possa essere legato alle condizioni igienico-sanitarie a dir poco pessime di una zona poverissima, con scarso accesso all’acqua potabile e con tristissime condizioni di malnutrizione dei i bambini.
Dobbiamo renderci conto che virus e batteri vivono e si evolvono al fianco di tutte le creature viventi. La globalizzazione e la facilità di spostamento delle persone e di animali rappresentano un punto di vantaggio per le malattie, che si diffondono in tutto il globo con maggiore intensità.
(Fonte: Corriere della Sera; per la foto: TG24.com)