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Le inutili scuse postume del presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol

Dopo giorni di scandaloso silenzio, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol alla fine ha presentato le sue scuse. Per poco più di due minuti appena. Un discorso alla nazione in diretta televisiva – concluso con un lungo inchino tipico della cultura asiatica- nel quale Yoon si è scusato per aver tentato di imporre martedì scorso la legge marziale promettendo che non ce ne sarà un’altra e che non cercherà di evitare le conseguenze legali e politiche della sua assurda decisione. “Sono molto dispiaciuto e vorrei scusarmi sinceramente con il popolo che deve essere rimasto molto sorpreso”, dichiara. “Lascio al mio partito il compito di prendere provvedimenti per stabilizzare la situazione politica in futuro, compresa la questione del mio mandato”.

Non si è di fatti dimesso direttamente ma ha rimandato la decisione alla propria formazione politica: a poche ore dal voto previsto in Parlamento riguardo il suo impeachment.

“La dichiarazione della legge marziale è nata dalla disperazione. Vorrei chinare il capo e scusarmi ancora una volta per le preoccupazioni che ho causato alla popolazione”, ha concluso Yoon. Era da mercoledì mattina che non compariva in pubblico.

L’incertezza politica a Seoul

A Seul continua l’incertezza. Non è chiaro che si arrivi all’impeachment a questo punto. Han Dong-hoon, il leader del partito conservatore – lo stesso a cui appartiene Yoon – ha già affermato che il presidente non è più in grado di svolgere il suo compito e che le sue dimissioni sono “ormai inevitabili”. Già da ieri era evidente che Yoon era stato abbandonato dal suo partito. Molti dei conservatori preferirebbero che Yoon facesse un passo indietro senza dover passare per il voto dell’Aula (previsto per oggi alle 17 locali). Una parte del partito non vuole si ripeta l’impeachment del 2016 dell’allora presidente Park Geun-hye che portò al collasso dei conservatori e alla schiacciante vittoria delle opposizioni.

Le scuse di Yoon sembrano il tentativo disperato dell’ultimo minuto di evitare l’impeachment da parte dell’Assemblea nazionale, dove le opposizioni hanno bisogno di soli otto voti dei conservatori per approvare la legge.

Il secondo tentativo di legge marziale

Ieri durante tutta la giornata continuavano a circolare insistenti voci su un possibile altro colpo di testa da parte di Yoon: che potesse, cioè, imporre una nuova legge marziale. I parlamentari del partito democratico da alcuni giorni dormono dentro all’Assemblea Nazionale proprio per essere pronti ad una tale evenienza, come aveva raccontato ieri a Repubblica Ahn Gwi-ryeong(sopra, in foto) portavoce del partito, diventata il simbolo, il volto, della sfida alla legge marziale dopo aver affrontato le forze speciali nella notte tra martedì e mercoledì fuori dal Parlamento afferrando il fucile di un soldato e urlandogli: “Non ti vergogni di quello che stai facendo?”.

La protesta non finisce

Migliaia di cittadini erano ritornati in strada ieri sera davanti al Parlamento. Una imponente manifestazione è prevista anche oggi, prima che l’Assemblea si riunisca nuovamente. “Se l’impeachment non passa dobbiamo continuare a scendere in strada, senza violenze, per mettere pressione al presidente”, ha raccontato ieri sera Jiyeon Kim, 36 anni, “pasionaria” arrivata fin qui a Seul dalla città di Busan per protestare contro Yoon. “Ho preso il treno dopo il lavoro, alle sette e mezza ero in stazione e ora eccomi davanti al Parlamento”. Mentre da uno dei palchi sul viale di fronte all’Assemblea Nazionale partiva a tutto volume la versione in coreano di “Bella Ciao” (ormai diventata i leit motiv canoro internazionale) a intervallare il coro di migliaia di persone ripetuto per ore – “Arrestate il presidente” – Jiyeon ci ha raccontato che questi giorni drammatici che sta vivendo la Corea hanno spaccato pure la sua famiglia. “I miei vivono qui a Seul, ma con mio padre ormai non ci parliamo più. Era uno studente universitario durante il periodo dei regimi militari e delle leggi marziali, poi invecchiando ha iniziato a sostenere i conservatori di Yoon”.

E’ stato più che un fulmine a ciel sereno quello che è successo in Corea del Sud, nazione liberale, capitalista, occidentale e “democratica”.

Quello che resta un vero mistero è :”perché?”. E’ stato forse tentato di imporre appunto la legge marziale in vista di una invasione da parte della Core del Nord? I sudcoreani sono un popolo libero, ve lo garantisco, ho conosciuto direttamente persone simpaticissime che preferirebbero morire pur di non vedersi negata la Libertà.

(Fonte: La Repubblica)

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