Ipotesi della polmonite da Mycoplasma.
C’è grande incertezza sull’origine della ‘malattia X’, la malattia misteriosa che in Congo sta provocando morti e che ha come sintomi febbre, mal di testa, mal di gola, tosse, difficoltà respiratorie e anemia. La comunità mondiale, già segnata dalla pandemia da Covid, è in allerta e non dimentica come anche allora tutto partì da un virus di cui si sapeva poco. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fatto il punto della situazione e ha annunciato di aver inviato un team di esperti per indagare.
Nel frattempo, Paul Hunter(sopra, in foto) professore di Medicina presso l’Uea, University of East Anglia, ha avanzato una nuova ipotesi. “Sappiamo ancora molto poco a riguardo, a parte il fatto che finora sono state segnalate 376 persone colpite e 79 decedute. La malattia sembra essere prevalentemente un’infezione respiratoria con sintomi tra cui febbre, mal di testa, congestione nasale, tosse, difficoltà respiratorie e anemia”, ha spiegato l’esperto in un’intervista al Science Media Centre britannico. “La menzione dell’anemia mi fa pensare alla polmonite da Mycoplasma, ma è troppo presto per fare una diagnosi definitiva finché non saranno riportate ulteriori analisi”, ha poi aggiunto “Segnalazioni di epidemie con decessi emergono da qualche parte nel mondo diverse volte all’anno. Quasi tutte risultano essere un’infezione già nota con conseguenze globali limitate”, ha continuato Hunter in merito alla diffusione della malattia misteriosa. “Ma ovviamente, abbiamo bisogno di più informazioni prima di poter giudicare le conseguenze più ampie, se ce ne sono, di questa epidemia. È fondamentale che questi casi vengano indagati tempestivamente in modo che possano essere implementate misure di trattamento e controllo appropriate”, ha infine specificato.
“Il Congo è un Paese gigantesco e io mi trovo a Lubumbashi, la seconda città più grande che si trova nel Katanga, regione lontana dal punto di emergenza. Qui ho detto io loro di questa situazione sanitaria perché non c’è un sistema di comunicazione ufficiale nazionale, soprattutto nei villaggi dove opero non ci sono i telefoni. Siamo in un contesto in cui non c’è disponibilità di test per fare diagnosi corrette.
Magari quindi quella che per adesso qui è una malattia sconosciuta e misteriosa è invece nota in Occidente”.
Secondo il ministero della Sanità congolese l’epidemia dura da oltre 40 giorni ed i morti accertati in presidi sanitari sono 27 su 382 contagiati, ma le notizie ufficiali sembrano ora ridimensionare l’allarme.
A riferirlo all’ANSA è Teodora Chiocci, una giovane dottoressa che da tre mesi si è trasferita in Congo per Amka, un’organizzazione di volontariato che da 25 anni è in soccorso nel Sud del mondo, dove vivono innumerevoli persone in condizioni di estrema povertà.
“Sono volontaria per Amka in due centri di primo soccorso e nei villaggi affianco il team medico locale – racconta – Mi occupo di malattie infettive, della salute dei bambini e della loro nascita, di malnutrizione. Qui in Congo la popolazione è abituata alle emergenze sanitarie, abbiamo avuto il colera, ebola, il monkeypox (vaiolo delle scimmie)”.
Ho saputo di questa malattia grazie a un messaggio di allerta dell’ambasciata italiana in Congo arrivato due giorni fa che avvisava dell'”emergenza sanitaria in atto nella provincia di Kwango, nella zona di Panzi, dove è stata rilevata una malattia di origine ancora sconosciuta” e invitava “tutti i connazionali presenti nell’area o in zone limitrofe ad adottare le massime precauzioni”. Il messaggio raccomandava “in particolare di evitare qualsiasi viaggio verso la zona di Panzi e le aree colpite, salvo casi di impellente necessità”.
Anche Gabriele Salmi, presidente della comunità italiana in Katanga e che si occupa della biennale di Lubumbasha, spiega che «i congolesi sono poco informati perché il luogo della malattia è remoto e lontano da qualsiasi centro abitato. Da quello che si dice qui e da quello che dicono i media la malattia è attiva da ottobre ma il governo lo ha saputo da fine novembre, perché probabilmente nella zona oggetto dell’emergenza la situazione è sfuggita di mano, ma è subito intervenuto. In ogni caso ci sono equipe mediche sul posto per fare test necessari. Non c’è nessun panico, nessun allarme, al momento».
(Fonti: ANSA, Leggo.it, Il Tempo)