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La banana di Cattelan è stata mangiata!

Justin Sun, il tycoon miliardario delle criptovalute digitali, ha mantenuto la promessa fatta. Dopo aver speso(buttato) 6,2 milioni di dollari per comprare all’asta da Sotheby’s il 20 novembre scorso a New York l’opera Comedian di Maurizio Cattelan, l’ha mangiata in un hotel di Hong Kong. Anzi ha mangiato la banana di Cattelan che è solo parte dell’opera che comprende anche il nastro adesivo con cui il frutto tropicale è stato attaccato al muro( e del nastro, cosa ne avrà fatto?).

Ha mangiato quella che è probabilmente la banana più costosa della storia, completando con questo gesto l’opera d’arte, anzi l’azione artistica concettuale. A chi l’ha visto da fuori, a moltissimi sui social, è apparsa davvero insignificante come una performance artistica, anche se il peso della banana di Cattelan è dato più da quello che si fa attorno all’immagine, che dal valore intrinseco del frutto.

La banana infatti si sostituisce continuamente. Era già stata mangiata durante una mostra a Seul. Può essere cambiata, anzi deve esserlo perché il frutto inevitabilmente marcisce. L’opera arriva con kit di gestione.

Come è vista da fuori? Per molti è inevitabilmente spreco e follia. «Questo ragazzo ha effettivamente pagato 6 milioni di dollari per diventare virale mangiando una banana. È un po’ brutto ma allo stesso tempo divertente». «Così triste! Spero che la banana valesse 6,2 milioni di dollari! Solo nel tuo paese la gente soffre la fame e per fare colpo avresti potuto dar loro da mangiare! Perdente». Altri comprendono e stanno al gioco che è quest’opera d’arte.

Intervistato dal New York Times il fruttivendolo che ha venduto la banana è dell’opinione del primo gruppo: «è assurdo pagare la stessa banana per 6,2 milioni». Il miliardario ha detto che dallo stesso chiosco ne vorrebbe acquistare 100mila per distribuirle gratuitamente. Troppe per il mercato all’ingrosso ha detto il venditore e comunque il totale sono 6000 dollari, non la cifra mostre dell’asta. Questa è la distanza fra la vita reale quella di chi fa i conti tutti i giorni e il sistema milionario della finanza passata in questo caso per l’arte. Una distanza incolmabile e ingiusta?

In fondo, come ho già scritto nel precedente articolo, l’arte è negli occhi di chi la guarda, altrimenti certi furboni( o “innovatori”) come Fontana, Pollock e Koons non avrebbero mai avuto successo.

L’ enigma è risolto a priori da decenni dal filosofo Luciano De Crescenzo. Se trovate una banana, è una banana. Se trovate un Caravaggio, è un Caravaggio.

Avrebbero dovuto aggiungere un messaggio ulteriore. Le banane fanno bene, contengono potassio, sono utili in frigo per accelerare il processo di maturazione di altri frutti grazie all’ etanolo che sviluppano, sono un toccasana per chi soffre di crampi muscolari.

Sic transit ars mundi!

(Fonte: Vanity Fair)

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