La maggioranza Meloni non fa retromarcia sulla sua battaglia legale sull’immigrazione, confermando la volontà di difendere l’accordo con l’Albania nonostante il parere contrario dei tribunali. Nella notte del 20 novembre, la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato l’emendamento proposto dalla deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany(sotto, in foto).
Questo decreto potrebbe segnare un cambio radicale riguardo le richieste di asilo e nel sistema giudiziario. L’obiettivo principale è quello di spostare la competenza delle convalide dei trattenimenti dei migranti, attualmente in capo ai tribunali specializzati in materia migratoria, alle Corti d’Appello.
Questa riforma è stata ribattezzata “emendamento Musk” a causa della tempistica della sua proposta, che arriva dopo le dichiarazioni contro i giudici italiani da parte di Elon Musk, il multimilionario di “X” e Tesla, recentemente definito “presidente-ombra”( e sostenitore economico) di Donald Trump.
L’emendamento prevede che i procedimenti per la convalida o proroga del trattenimento dei migranti richiedenti protezione internazionale, siano trattati dalle Corti d’Appello in composizione monocratica.
Il Partito Democratico ha definito l’approvazione come una “pagina buia” per il Parlamento, accusando il governo di ignorare il caos normativo e gli enormi costi derivanti dall’Accordo Italia-Albania.
Nonostante le forti proteste, si è avuto il via libera della Commissione, con il mandato alla relatrice Sara Kelany di riferire in Aula lunedì 25 novembre.
Una lettera firmata dai ventisei presidenti delle Corti d’Appello è stata inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo timore per l’enorme carico di lavoro che questa modifica comporterebbe, rischiando di compromettere gli obiettivi economici del Pnrr.
I presidenti temono che tale decisione porti a un “disastro annunciato”, con la giustizia migratoria destinata a essere paralizzata.
Non si fermano le modifiche normative sul tema immigrazione: la Lega ha presentato una proposta che prevede un inasprimento dei criteri per i ricongiungimenti familiari . Infatti i migranti che desiderano ricongiungersi con i familiari in Italia dovranno ora risiedere nel paese per almeno 2 anni consecutivi, e non più per un anno come stabilito in precedenza. Ma non finisce qui.
Un altro elemento controverso riguarda la proposta di segretazione dei contratti relativi alla cessione di mezzi e materiali a Paesi terzi, come la Libia, per il rafforzamento del controllo delle frontiere. Questo cambiamento avrebbe come effetto la totale invisibilità degli accordi, tra cui quelli con la Guardia costiera di Tripoli, e impedirebbe ai cittadini italiani di conoscere i dettagli di queste operazioni, che hanno spesso avuto esiti drammatici per i migranti.
Il fenomeno dell’immigrazione non verrà mai risolto, diventando, de facto, una vexata quaestio tra l’attuale governo e la magistratura, tronfia della propria posizione e del proprio potere. Oltre ad avere un costo sociale, con l’evidente e manifesta sensazione di una lenta e inesorabile invasione del suolo italiano, le spese di questa immigrazione sfrenata diventano concrete e pesanti per noi contribuenti. C’è un disegno oscuro che coinvolge l’intera Europa, un piano a lungo termine che non porterà nulla di buono.
Mala tempora nunc currunt, et current.
(Fonte: News Mondo-MSN)