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Mattarella parla all’Osservatorio Permanente Giovani-Editori

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Ieri a Roma sono iniziate le celebrazioni dei 25 anni di attività dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori con l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Le tecnologie digitali del nostro quotidiano tenderanno, con sempre maggiore intensità, a determinare ogni dimensione della nostra esistenza. Se saremo in grado di impiegare le straordinarie potenzialità delle innovazioni per affrontare le transizioni necessarie a garantirci un futuro sostenibile e inclusivo, per combattere disuguaglianze e povertà economiche e culturali, per perseguire il benessere individuale e sociale e la pacifica convivenza, allora sì l’AI e tutte le altre applicazioni che deriveranno da nuove scoperte saranno al servizio dell’umanità”. Così ha dichiarato il capo dello Stato. 

Dal 2000 con il sostegno di gruppi editoriali, fondazioni bancarie e grandi aziende dotate di responsabilità sociale, e in collaborazione con decine di migliaia di insegnanti, l’Osservatorio aiuta le nuove generazioni a guardare al futuro grazie a progetti, contenuti, eventi ed esperienze didattiche di alta qualità, senza oneri e costi per la scuola e gli studenti, e monitorate da istituti di ricerca indipendenti. Mattarella, parlando con gli studenti, in mille giunti da tutta Italia, ha risposto a molte domande sull’informazione e l’Intelligenza Artificiale.

Mattarella ha detto rivolgendosi ai presenti: “Siete la generazione chiamata ad adoperare tutti gli strumenti digitali a disposizione, ma non basta saper digitare su una tastiera per essere padroni degli strumenti e del proprio tempo. Bisogna informarsi acquisendo conoscenze per evitare trappole manipolative. I livelli di democraticità non devono essere ridotti da strumenti tecnologi non usati in modo adeguato”. 

Ha affrontato anche il problema della fuga dei cervelli: “Il problema non è andare all’estero, ma quando ci si trova costretti a farlo”. 

Mattarella, in quella che è diventata una speciale lezione di diritto costituzionale, ha spiegato la sua azione da presidente, per rispondere a un’altra domanda in dettaglio: “In quasi 10 anni è capitato più volte di fare qualcosa che non avrei voluto fare. Come sapete il presidente promulga leggi ed emana decreti, e più volte ho promulgato leggi che non condividevo, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma sono approvate dal Parlamento e ho il dovere di farlo. Solo quando vi sono evidenti contrasti con la Costituzione ho il dovere di non promulgarle“.

“Il presidente della Repubblica entra in gioco anche quando c è un inceppamento del sistema. Le norme costituzionali non possono prevedere tutto quello che succederà. Il presidente allora interviene come un meccanico per il rimettere in funzionamento un sistema che si è inceppato. Questo comporta mettere in campo l’imparzialità. Questo comporta anche richiami alla coesione che non è l’antitesi alla dialettica. La coesione è il quadro fondamentale nell’interesse nazionale”, ha detto Mattarella.

Il presidente ha ricordato che l’informazione non è un prodotto bensì un bene essenziale(per la società): “Per i nativi digitali il pericolo è l’esposizione a un flusso informativo dove può prevalere la notizia che arriva prima o quella più accattivante. La funziona dei giornalisti è quella di certificatori di verità. Ai media permane il compito di essere i cani da guardia della democrazia”. Ha poi concluso: “Non esiste un ministero della verità. L’invito che viene a questa assemblea è: dubita e dibatti”. 

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