Studenti in piazza contro le politiche del governo: tensioni e scontri.
Oggi migliaia di studenti si sono riversati nelle piazze di tutta Italia contro le politiche del governo Meloni in quello che è stato definito, seguendo la consuetudine di intestare una giornata ad un evento o a un argomento, No Meloni Day. Da Torino a Milano, da Napoli a Roma proseguendo per Genova e Bologna, decine di cortei sono stati organizzati nelle grandi città della Paese per contestare la politica dei tagli alla spesa per scuola e università ma anche contro quello che è stato definito “il governo della guerra” in riferimento al conflitto israelo palestinese e ai miliardi di euro investiti in armamenti, tagliando la sanità e istruzione. Momenti di tensione a Torino con tafferugli con la polizia davanti alla Prefettura, in piazza Castello. Manifestazioni studentesche contro le politiche del Governo sono andate in scena in mattinata in tutte le principali piazze delle grandi città per “un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico; la tutela del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole”. “No Meloni Day, contro la guerra, repressione e sfruttamento” sono gli slogan più comuni sugli striscioni srotolati alla testa dei cortei studenteschi che contestano anche il nuovo disegno di legge in materia di sicurezza pubblica. In piazza anche numerose bandiere della Palestina per chiedere lo stop ala guerra e Gaza e l’appoggio italiano a Israele.
Sono anni che gli studenti manifestano. Decine di anni di manifestazioni, e nessun risultato raggiunto, se non per inerzia o per “sveglia” dei governi successivi. Certamente i giovani hanno la loro ragione di manifestare, io stesso ai tempi del liceo ho manifestato alcune volte perché ci credevo, ma poi mi sono disinteressato: troppo faticoso, troppo pericoloso, inutile. Eppure, vedere questi ragazzi che manifestano è un bene, perché significa che hanno una coscienza, in questa società martoriata dalla stupidità dei social media e dalle apparenze. Esistono fortunatamente nuove generazioni che comprendo che qualcosa non va, ed esprimono il loro dissenso, anche se spesso violenza urbana e vandalismo diventano i veri protagonisti dei cortei.
Il problema, vorrei dire a questi ragazzi e ragazze, non è solo la Meloni, ma anche e soprattutto la mancanza di una alternativa seria e coerente a quella che sul web viene scherzosamente chiamata “la melonara”(in seguito allo spot con i meloni che la premier subdolamente fece circolare in rete).
Pensate che la Schlein sia migliore? O Bonelli & Fratoianni? O magari Calenda? O Peppe Conte?
Farebbero ridere, ma fanno solo piangere.
(Fonte: Fanpage.it)