Home Cronaca Operazione “Moby Dick”, scoperta maxi evasione fiscale

Operazione “Moby Dick”, scoperta maxi evasione fiscale

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L’operazione prende il nome “Moby Dick”, dal nome della balena bianca protagonista del famoso romanzo di Herman Melville.

Maxi evasione dell’Iva per ‘pulire’ i soldi delle mafie, questa la scoperta che ha portato a oltre 200 indagati per 400 società coinvolte. Oltre 150 le perquisizioni in 30 province nel blitz della Gdf, 47 le misure cautelari personali oltre a sequestri di beni e denaro per un totale di 520 milioni di euro. Investiti dalla frode nel settore del commercio dei prodotti elettronici e informatici diversi Paesi Ue.

C’è quindi l’ombra lunga delle mafie dietro una evasione Iva di oltre 500 milioni di euro scoperta dalle sezioni di Milano e Palermo della Procura Europea. Un’inchiesta che ha portato a 47 misure cautelari disposte dal gip del capoluogo lombardo, nata da due distinte indagini: una della Finanza di Varese, l’altra della Polizia di Palermo e dello Sco. Imponenti i numeri dell’operazione che ha coinvolto forze dell’ordine e inquirenti di mezza Ue, Svizzera ed Emirati Arabi: oltre 200 gli indagati, 400 le società coinvolte, scoperte fatture per operazioni inesistenti per 1,3 miliardi

Il gip ha sequestrato beni, valori come macchine di lusso, denaro tra cui 3 resort a Cefalù per più di 500 milioni. Dall’alba sono in corso 160 perquisizioni in 30 diverse province presso abitazioni, uffici e aziende riconducibili agli indagati, effettuate anche con le unità cinofile cash dogs della Guardia di Finanza specializzate nel ritrovamento di banconote nascoste. 

I provvedimenti restrittivi, le perquisizioni e i sequestri si sono svolti contemporaneamente in Spagna, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Bulgaria, Cipro, Olanda, e in paesi extra UE, come la Svizzera e gli Emirati Arabi. Al sistema criminale, che si basava sulle cosiddette «frodi carosello», avrebbero preso parte alcuni esponenti della criminalità organizzata che, intravedendo gli enormi guadagni del business, ne sono entrati a far parte fornendo provviste finanziarie e riciclando così il denaro sporco intascato con altre attività criminali. Camorristi e mafiosi sarebbero stati inoltre gestori di alcune delle filiere di società utilizzate nei circuiti, già finiti sotto inchiesta a Milano. 

La centrale direttiva dell’organizzazione, con al vertice due persone (una di origini siciliane), era a Roma dove venivano create fino a 100 società fittizie al giorno da usare nella frode. Il Gip di Milano ha riconosciuto per i vertici della banda l’aggravante di aver agevolato mafia e camorra, investendone i profitti nel settore delle frodi all’IVA, e di essersi avvalsi del metodo mafioso per risolvere conflitti nati tra esponenti delle diverse organizzazioni criminali. Molto complesso il meccanismo della frode organizzato nel settore del commercio dei prodotti elettronici e informatici. 

Le frodi dette “carosello” , realizzate sfruttando il regime di non imponibilità ai fini Iva previsto per le operazioni commerciali intracomunitarie, si realizzavano attraverso l’uso di società cosiddette «cartiere». Si tratta di società che vengono interposte all’interno di una transazione commerciale tra un cedente ed un cessionario. Solitamente si tratta di due soggetti appartenenti a diversi Paesi UE, di cui uno è un’impresa italiana. Nel caso degli acquisti intracomunitari, le frodi carosello consentono di realizzare un guadagno tramite un falso diritto a detrarre l’Iva sugli acquisti. 

La «cartiera» (missing trader, ovvero il soggetto mancante) acquista la merce dal fornitore comunitario senza l’applicazione dell’Iva per poi rivenderla ad un’impresa nazionale (coinvolta nella frode) con l’applicazione dell’Iva ordinaria italiana. È in questa fase che si realizzava la condotta fraudolenta, in quanto la società “cartiera”, invece di vendere la merce maggiorata del proprio utile e versare l’Iva incassata dalla sua cessione, la vendeva sottocosto senza versare all’Erario l’imposta indicata nella fattura. Un escamotage diabolico e geniale.

L’evasione fiscale così generata, lede per la mancata tassazione. E’ un crimine universale, che colpisce tutta la comunità.

(Fonti: ADNKronos, Corriere della Sera)

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