Il Censis scatta una “istantanea” delle seconde generazioni dei migranti tracciando un profilo nuovo dei ragazzi nati e cresciuti nel nostro Paese, da figli di almeno un genitore straniero extra-europeo.
Sono i cosiddetti “nuovi italiani”( qualcuno li chiama scherzosamente “i-tajani) e all’apparenza sono molto simili agli italiani di sempre, nell’età compresa tra i 18 e i 34 anni. Stesse ambizioni, stesse pretese, stesse incertezze esistenziali.
La loro presenza rende l’inverno demografico più “leggero”, dato che nell’ultimo anno sono nati 82.216 bambini con almeno un genitore straniero, pari a un neonato su cinque. Si riempiono le culle, mai così vuote, dunque, e restano aperte le classi delle nostre scuole, visto che l’11,2% degli studenti iscritti a scuola (in valore assoluto 914.860 persone) proviene da una famiglia di immigrati, con un picco di presenze nella scuola primaria (13,3% del totale) e nella scuola dell’infanzia ( 12,5%).
Le differenze più importanti, allora, quali sono? Questi ragazzi restano molto legati al loro Paese d’origine, hanno una religiosità radicata, soprattutto a livello comunitario e avvertono con crescente fastidio i sentimenti di discriminazione e razzismo nei loro confronti. Per questo, la sfida della cittadinanza “qui e ora” assume un’importanza strategica. Per loro, che non a caso da tempo si dicono pronti a diventare nostri connazionali, e per chi li ha accolti e deve farli diventare un patrimonio del Paese, immaginando percorsi di “naturalizzazione” sempre più efficaci.
Impegnati a riconoscersi come nostri connazionali e insieme a riconoscere il valore di chi li ha accolti, i giovani migranti aspettano di veder riconosciuto il diritto a una cittadinanza più rapida, visto il contesto cambiato rispetto al 1992, mentre lamentano nei loro confronti quello che il Censis definisce un atteggiamento di “razzismo silente”. Il 52,2% denuncia la presenza di un clima di odio su base etnica, il 64,4% è convinto che i comportamenti discriminatori siano in aumento. La linea di confine che spesso si oltrepassa è rappresentata dal colore della pelle: fa la differenza, anche nell’anno 2024, essere o no “di colore”, quando si cerca casa o lavoro.
Non per passare come razzista, ma la verità, secondo il sottoscritto, è che in Italia sì, sta avvenendo una lenta e progressiva sostituzione etnica ad opera di poteri occulti ed economicamente forti per impadronirsi completamente della nazione.
Che in Italia ci sia un inverno demografico con un ultradecennale calo delle nascite, è un fatto assodato. Gli italiani hanno perso i classici valori di famiglia tipici del boom economico in ragione di un egoismo dettato e pilotato da una sempre più forte pressione economica.
Crescere un figlio, garantendogli gli “standard” di vita, è terribilmente costoso, intendiamoci.
Per gli immigrati, che hanno sempre vissuto del niente nei loro paesi d’origine, l’Italia è il paradiso dei balocchi.
Gli odierni partiti stanno svendendo letteralmente la cittadinanza italiana per garantirsi un bacino elettorale compiacente composto da persone che mai si italianizzeranno, così come lo intendiamo noi. Anzi, imporranno sempre più usi costumi e leggi tribali e religiose dei loro paesi d’origine.
Perché hanno dalla loro un forte senso di appartenenza. Perché lo scopo conquistare l’Italia, invadendola silenziosamente, non con armi e soldati, ma con donne(sempre incinta) e uomini che sfruttino le regole della democrazia contro noi italiani.
Cantare Bella Ciao ha lo stesso senso di cantare Lamette.
E se in democrazia vince la maggioranza, non meravigliatevi che un giorno non lontano, saranno gli italiani discendenti di chi ha fatto l’Italia a essere minoranza, in un paese dove probabilmente verranno stravolti ed evasi i principi costitutivi e costituzionale nella maniera più subdola.
Basta vedere l’innegabile degrado in cui versano le città dove la concentrazione di immigrati è maggiore, con quartieri interi “in mano loro”, con criminalità “importata” più feroce di quella nostrana.
Ma a dire questo, ahinoi, si passa per razzisti. E’ razzismo vedersi invadere quotidianamente da flotte di approfittatori?
E’ razzismo vedere le proprie vie e piazze diventare ricettacoli di criminalità a cielo aperto?
Non c’entra il razzismo. Se fossero sbarcati svedesi e norvegesi biondi con gli occhi blu ma comportandosi alla stessa maniera di queste “orde”, il giudizio sarebbe stato lo stesso. Non è una questione somatica di pelle, ma più antropologica, di costumi e società.
E’ lo scherzo della Storia, dove l’Impero Romano si è esteso oltre lo stivale per poi contrarsi. Da invasori a invasi.
Barbaro, in greco, significa semplicemente straniero. Poi col tempo ha preso l’accezione attuale(negativa).
Quindi orsù, lasciamo che Paolo Rossi, Michele Campopiano, Giovanna Fumagalli, Maria Esposito vengano sostituiti da Akmed AlZarawi, Bing Namavrashileng, Abulaketerdukai Mandrupilishitokaz, Hadija Elpiritawi, Simitrikala Panjapuresh!
Lo vuole il Vaticano, asserragliato in San Pietro. Lo vogliono i partiti, per raggranellare voti compiacenti futuri. Lo vogliono coloro che occultamente bramano schiavi a buon mercato o progettano una futura guerra civile tra Italiani(tra nostrani e immigrati), non essendo riuscita la classica Nord-Sud tanto sperata in passato.
I dati Censis sono, a mio avviso, dati che per i buonisti sono una mano santa, visto che gli italiani non procreano come dovrebbero, mentre per i realisti, significa spendere miliardi per i discendenti dei primi furboni invasori regolarizzati con sanatorie di stato.
Non lamentatevi quindi.
Siate buoni, accoglienti, tolleranti, disponibili, democratici e soprattutto rassegnati.
Italia 2.0, benvenuti nell’era della spersonalizzazione globale.
(Fonte dati: CENSIS, Avvenire)