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L’ imam di Bologna Zulfiqar Khan espulso

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 Il pakistano Zulfiqar Khan, imam della moschea in via Jacopo di Paolo a Bologna, è stato tradotto in Questura in quanto destinatario di decreto d’espulsione. A darne notizia è un comunicato dove il suo difensore Francesco Murru parla del “ritorno ad uno stato di polizia e al perseguimento dei reati di opinione”.

Il ministro dell’Interno Piantedosi (sopra, in foto) ha firmato un decreto di allontanamento dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato: si segnala che Zulfiqar ha manifestato una visione integralista del concetto di jihad e, tra l’altro, esaltato il martirio e l’operato dei mujahidin nel conflitto israeliano-palestinese, rivendicando il sostegno ad Hamas.

Nel decreto di espulsione il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha scritto che Zulfiqar Khan manifestava una visione integralista del concetto di jihad, aveva contatti con personaggi dell’Islam “ultra-radicale” e, tra l’altro, avrebbe esaltato il martirio dei mujahidin nel conflitto israeliano-palestinese, rivendicando il sostegno ad Hamas in azioni violente.

Nei suoi sermoni l’imam della moschea di via Jacopo di Paolo a Bologna avrebbe inoltre utilizzato espressioni discriminatorie nei confronti degli omosessuali e delle donne.

Un quadro questo che ha portato il ministero a emettere il provvedimento e la polizia a portare il pakistano in questura per notificargli l’allontanamento dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Ma la sua difesa replica: “Spiace constatare – ha detto l’avvocato Francesco Murru – che siamo tornati a uno stato di polizia e al perseguimento di presunti reati d’opinione”.

“Finalmente lo abbiamo rispedito a casa”, commenta soddisfatto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini (sopra, in foto)che già questa estate aveva chiesto l’espulsione del 54enne pakistano, dopo che a giugno aveva denunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli e il console onorario di Israele Marco Carrai. Nell’espulsione, che dovrà essere convalidata da un giudice del tribunale entro 48 ore e può essere impugnata presso il Tar(Tribunale Amministrativo Regionale) entro un mese, si evidenzia un “crescente fanatismo ideologico” una “propensione verso posizioni radicali”, connotate da un forte risentimento antioccidentale e antisemita e da una retorica omofoba e antifemminista.

“Dalla documentazione – osserva la difesa – si deduce che le motivazioni espresse dal ministro Matteo Piantedosi, sono totalmente generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno Stato di diritto nel quale la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento”, dice ancora il suo difensore, Francesco Murru(sopra, in foto).

“Viene da pensare maliziosamente, che il tweet di Matteo Salvini nel quale richiedeva l’espulsione di Zulfiqar Khan, sia stato esaudito con il provvedimento di espulsione notificato oggi all’imam”, continua la sua difesa secondo cui “l’atto di oggi del ministro Piantedosi, pare, dunque, oltre che l’esaudirsi delle richieste avanzate dal collega Salvini, anche una ritorsione ai danni di Zulfiqar Khan, reo di essersi rivolto alla magistratura penale per ottenere giustizia”.

Khan non è di certo il primo imam che durante i sermoni inneggia all’odio verso Israele o l’occidente in generale. La cronaca riporta già episodi in cui le moschee oltre a essere luoghi di preghiera, diventano, con la complicità o meno degli imam, luoghi di reclutamento per la jihad.

A moti non dispiacerà che un personaggio così discutibile torni a casa sua.

Quello che non è chiaro (o non vuole esserlo) ai Governi passati e a quello presente è che l’islam non rispetta i valori della nostra Costituzione, ergo, coloro che seguono questa religione anteporranno sempre la loro fede alle legge nostrane.

L’integrazione sembra ogni giorno una utopia, mentre l’integralismo diventa sempre più una realtà.

(Fonte: ANSA)

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