Il Cremlino ordina l’arresto degli inviati Rai Stefania Battistini e Simone Traini, accusati di essere entrati illegalmente nella regione di Kursk per realizzare il reportage sull’occupazione ucraina.
Un tribunale russo ha ordinato l’arresto e l’estradizione di due giornalisti italiani della Rai, Simone Traini e Stefania Battistini(sopra, in foto), attualmente(e fortunatamente)fuori dal territorio della federazione russa. Sono accusati di aver attraversato illegalmente il confine dell’Ucraina mentre giravano un reportage nella regione di Kursk, una parte della quale è occupata dalle forze ucraine.
Negli ultimi tempi, la Russia ha intensificato le indagini contro diversi giornalisti stranieri accusati di essere entrati in Russia durante l’avanzata dell’esercito ucraino nella regione di Kursk ad agosto. “Dopo aver attraversato illegalmente il confine con la Russia, Simone Traini e Stefania Battistini hanno viaggiato a bordo di un veicolo delle forze armate ucraine fino alla città di Soudja”, ha dichiarato il tribunale in un comunicato sulla piattaforma digitale Telegram. I due giornalisti sono stati inseriti “nella lista dei ricercati della Russia” e saranno tenuti in custodia cautelare prima di un eventuale processo in caso di estradizione, ha aggiunto il tribunale. I due giornalisti rischiano adesso fino a cinque anni di carcere secondo il codice penale russo.
Stefania Battistini commenta: “Ci siamo vestiti in maniera diversa – ha spiegato l’inviata di guerra – dai militari, utilizzando la scritta press. Non abbiamo partecipato a nessuna azione che potesse confonderci con i militari e abbiamo documentato quella che è stata la prima invasione in territorio russo da parte degli ucraini in due anni e mezzo di guerra. Sono felice di vivere in un paese che rispetta la libertà di stampa, in un’Unione europea che fa della democrazia un pilastro”.
La RAI: “La richiesta di arresto avanzata dalle autorità russe per gli inviati Rai Stefania Battistini e Simone Traini, ‘colpevoli’ di aver svolto con grande professionalità il proprio lavoro al servizio del pubblico, è la dimostrazione di quanto la democrazia e la libera informazione siano valori tanto preziosi quanto irrinunciabili. Proprio per questo, seguendo il loro esempio, il Servizio Pubblico continuerà a compiere con scrupolo, orgoglio e rispetto della verità, in tutti i campi, il proprio dovere di informare i cittadini. A Stefania e a Simone vanno la riconoscenza, la vicinanza, la stima e l’assistenza necessaria di tutta la Rai a garantire la loro incolumità” .
Stefania, Simone, avete la mia piena solidarietà e penso anche quella di tutti i giornalisti che per dare voce alla verità sfidano regimi e affrontano situazioni di pericolo. Quando ho cominciato a scrivere articoli per la redazione di AslimItaly sapevo già da esperienze passate che quello del giornalista, oltre ad essere un mestiere difficile era anche pericoloso, sia per le proprie opinioni, sia per la libertà di espressione.
E non solo. Confesso che dopo alcuni articoli su Putin ebbi una notte un incubo: sognai il leader, con il suo sorriso di ghiaccio, che mi diceva ” se continui a scrivere contro di me, ti mando un agente col Novichok”(il famigerato veleno usato dalle spie).
L’informazione è un diritto di tutti, un bene prezioso in un mondo di falsità.
Veritas vos liberabit (“la verità vi renderà liberi”, Giovanni- 8,32)