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Un secolo fa nasceva la Radio in Italia

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Il Senato fa un salto indietro di un secolo e fa risuonare nell’Aula le prime registrazioni della Radio italiana che festeggia cento anni di trasmissioni. L’iniziativa a Palazzo Madama, voluta dal presidente Ignazio La Russa, vede volti noti dello spettacolo che hanno lavorato e sono “nati” nella Radio. Carlo Conti fa ascoltare il primo annuncio radiofonico, risalente al 6 ottobre 1924, trasmesso da un antico apparecchio acceso dallo stesso La Russa.

Applausi per Elettra Marconi(sopra in foto), che è seduta nel seggio che un tempo fu del padre Guglielmo Marconi, inventore della radio e poi senatore del Regno. Ecco anche Renzo Arbore, ricorda ‘Alto gradimento’ e le sue trasmissioni con Gianni Boncompagni, ormai entrate nella storia tra ironia e serietà.

A presentare ci sono anche il professore Umberto Broccoli e l’attrice/presentatrice Andrea Delogu.

Arbore ricorda il clima degli anni ’70, la censura del tempo voluta dai politici. Quando “andai dai politici a farmi dare l’autorizzazione, facevo finta di appartenere a quel partito”. Così fece con Almirante, leader del partito cui apparteneva La Russa: “Allora si parlava dei fascisti in doppiopetto, e andai con un bellissimo doppiopetto, a via Quattro fontane e fui salutato… “, si interrompe Arbore accennando il saluto romano con la mano. Lui racconta che non ricambiò quel saluto: “Non si usava a quei tempi…”. Lo stesso La Russa ricorda la nascita a cavallo degli anni ’70 delle radio libere: “La prima fu Radio popolare, di sinistra, e io la invidiai moltissimo, così, nel settembre del ’76, feci partire Radio University, la prima di destra in Italia”. In Aula partecipano alle celebrazioni anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, oltre ai vertici del servizio pubblico radiotelevisivo, il nuovo cda Rai, l’amministratore delegato Giampaolo Rossi e alcuni rappresentanti delle maggiori emittenti radiofoniche private. Fino a domenica 6 ottobre, nella sala di Palazzo Madama intitolata a Guglielmo Marconi, saranno esposti documenti d’archivio e antiche apparecchiature tecniche, come il microfono a bobina magnetica utilizzato per il primo annuncio radiofonico e il carillon della radio, risalente al 1936, che riproduceva il suono di un uccellino per segnalare lo stacco tra un programma e l’altro.

Ricordate quell’uccellino? Le domeniche da mio nonno prima della partita radiotrasmessa era un suono bello da sentire.

La radio, nonostante internet, è sempre viva, ci accompagna ogni giorno, ci fa da sottofondo in auto, nei momenti di svago, mentre cuciniamo, lavoriamo, studiamo. Ricordo gli esami all’università, quando studiavo sempre con le cuffie(perché al piano di sopra dove abitavo marito e moglie litigavano chiassosamente per motivi di “corna”!)ed ascoltavo Radio Classica o musica techno, l’ideale per estraniarsi dal mondo esterno e concentrarsi.

Un grazie a Guglielmo Marconi, anche se dopo un secolo è ancora in discussione la paternità con il brillante scienziato Nikola Tesla( troverete in archivio un mio precedente articolo al riguardo).

Non importa chi ne sia effettivamente il “padre”, l’importante è che sia un mezzo che ci ha accompagnato con musica notizie vita vissuta, e ancora ci sarà, a meno che non avvenga un E.M.P.(impulso elettro-magnetico) da detonazione termonucleare…

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