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Antitrust: ipotesi “cartello” per le patatine

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L’Autorità garante della Concorrenza e del mercato, grazie alla segnalazione di un whistleblower (letteralmente “spifferone”), ha avviato un’istruttoria nei confronti di Amica Chips e Pata per una presunta intesa restrittiva della concorrenza relativa alla produzione e alla commercializzazione di patatine a marchio privato prodotte per conto delle catene della Gdo.

Le due società, secondo l’Autorità, si sarebbero coordinate per ripartire tra di loro la clientela, mantenendo in tal modo i prezzi ad un livello sovra-concorrenziale.

Ipotesi “cartello” dunque per monopolizzare il mercato. E con fette di mercato nel settore (dal valore di 580 milioni di euro) rispettivamente del 24 e 29%.

I funzionari dell’Autorità, con il sostegno del Nucleo Speciale Antitrust della guardia di finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi di Amica Chips e Pata, ma anche presso un altro soggetto ritenuto in possesso di elementi utili all’istruttoria.

L’Autorità, sotto la guida di Roberto Rustichelli(sopra, in foto), ipotizza che le due società si sarebbero coordinate “quantomeno nel 2024” per ripartire tra di loro la clientela, mantenendo così i prezzi ad un livello sovra-concorrenziale. E mette in evidenza che “un’intesa volta a mantenere artificialmente più elevato il prezzo da praticare alla Gdo per i prodotti private label è idonea altresì a ridurne la capacità concorrenziale nei confronti dei prodotti a marchio proprio e, quindi, a condizionare l’intero mercato all’ingrosso di chips, con un’inevitabile ricaduta sui prezzi praticati ai consumatori finali”.

Sulla vicenda dice la sua il Codacons: “Qualsiasi intesa restrittiva della concorrenza ha effetti negativi diretti sui consumatori, determinando un rialzo illegittimo dei prezzi al dettaglio. Tali pratiche hanno come conseguenza diretta quella di impedire la riduzione dei prezzi al dettaglio, e mantenere artatamente i listini sopra determinati livelli, costringendo gli utenti a maggiori esborsi economici”.

La presunta intesa sarebbe legata alla produzione e al commercio delle patatine e interesserebbe catene di rilievo della grande distribuzione: Esselunga, Carrefour, Coop, Conad, Lidl, Aldi, MD e Penny.

Anche dietro delle semplici patatine può celarsi un intrigo economico.

(Fonti: ANSA, Fanpage)

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