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Omicidio Saman Abbas: estradata la madre in Italia

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Oggi nel primo pomeriggio è arrivata in Italia Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas( in foto), la 18enne di origine pakistana che abitava a Novellara (Reggio Emilia) uccisa nella primavera del 2021. A dicembre Shaheen e Shabbar Abbas, padre di Saman, erano stati condannati in primo grado all’ergastolo per avere ordito l’omicidio della ragazza: ora la madre verrà portata al carcere di Rebibbia, a Roma, in attesa di un ulteriore traduzione in un carcere emiliano. Al momento della condanna Shaheen era ancora latitante e su di lei c’era un mandato d’arresto internazionale: è stata arrestata in Pakistan a fine maggio. Shabbar Abbas invece era stato arrestato a novembre del 2022 in Pakistan ed estradato in Italia a settembre del 2023.

Saman Abbas scomparve da Novellara alla fine di aprile del 2021: dopo lunghe indagini il suo corpo venne rinvenuto in un casolare non distante il 19 novembre del 2022. Nei mesi precedenti la ragazza si era opposta al tentativo dei genitori di organizzare un matrimonio combinato secondo le usanze natali con un suo cugino in Pakistan, e per tale motivo aveva denunciato i genitori alla polizia. Era stata ospitata da una struttura gestita dai servizi sociali nel bolognese, ma l’11 aprile del 2021 aveva deciso di lasciare la comunità educativa per tornare a casa dei genitori, forse per chiedere di riavere indietro i propri documenti. Il 5 maggio, quando i Carabinieri erano andati a casa di Abbas per concordare una nuova sistemazione con i servizi sociali, non avevano però trovato nessuno. Tutta la famiglia aveva lasciato l’Italia tranne il fratello piccolo di Saman, affidato a conoscenti. Secondo il processo di primo grado la ragazza era stata uccisa dallo zio su ordine dei genitori.

Con l’estradizione della madre vengono assicurati alla giustizia tutti i responsabili di un assurdo omicidio che ha visto come vittima una ragazza che voleva integrarsi in una società aperta, ma che non ha potuto per colpa dell’ottusità culturale di chi non vuole integrarsi ma soprattutto non riconosce il significato della parola Libertà.

E per Saman, ripeto ancora, in tutti casi di femminicidio:

Donna, Vita, Libertà.

(Fonte: Il Post)

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